<$BlogRSDUrl$>

mercoledì, giugno 02, 2010

DUE COSE CHE NON SI LEGANO 

Ho titolato questo post “due cose che non si legano”, ma dovrei aggiungere “almeno in apparenza”; se avrete la pazienza di seguire il mio ragionamento spero di spiegarmi.
Il primo evento, che porremo in relazione con il “secondo”, si riferisce al Presidente della Repubblica della Germania, Koehler, il quale – sull’aereo che lo riportava in patria dopo una visita ai soldati tedeschi impegnati nella famosa “missione di pace in Afghanistan” - si è rilasciato questa dichiarazione alla stampa: “ i nostri militari hanno anche il compito di difendere gli interessi economici tedeschi nel mondo, di assicurare libere vie di commercio e garantire il nostro benessere e posti di lavoro”.
A mio giudizio la frase del Presidente mi sembra addirittura “scontata”, anche perché l’organo politico del paese – il Parlamento – in occasione di una recente discussione sulle missioni militari all’estero, ha avuto una conclusione sui fatti che non si scosta di molto dalla frase di Koehler e cioè – in sintesi - tutti i partiti, tranne l’estrema sinistra, hanno ammesso che la Germania in quanto paese che vive di export, deve mantenere un ruolo nella politica internazionale, anche ricorrendo alle armi.
Quindi, se ancora riesco a capire le cose, entrambe le dichiarazioni sono estremamente collimanti; eppure, la stampa ha acceso la miccia della inopportunità della frase del Presidente e le forze politiche – tutte, nessuna esclusa – hanno fatto a gara a prendere di mira la presunta gaffe di Koehler.
Comunque sia, dato che siamo in Germania e non in Italia, il signor Presidente, sia pure con le lacrime agli occhi e accompagnato dalla moglie, si è presentato alla stampa ed ha dichiarato: “è stato un malinteso, sono stato frainteso, ma le critiche sono andate oltre e sono costretto a dimettermi per rispetto alla mia carica”.
Insomma, ha preso cappotto e cappello e se ne è andato; provate a trasportare una analoga situazione in Italia e ditemi voi come sarebbe andata a finire?
Ed ecco il secondo caso: siamo in Italia e un mesetto fa, circa, la stampa si scatena sull’ennesimo scandalo e annuncia che la Procura di Roma sta indagando i vertici di Finmeccanica – azienda con partecipazione di maggioranza detenuta dallo Stato – in quando si sospettano manovre finanziarie volte a procurarsi “fondi neri” all’estero per operazioni di natura illegale (magari anche bonus ai manager).
Il titolo, ovviamente, precipita in Borsa e, in pochi giorni arriva a perdere il 30% del suo valore; dopo questo tonfo borsistico, sull’operazione giunge una sorta di sordina mediatica, cioè se ne parla pochissimo e anche le smentite del Presidente dell’azienda, Guarguaglini, vengono presentate in tono minore.
È di alcuni giorni fa l’annuncio della Procura che smentisce tutto e afferma categoricamente che non esiste nessun fascicolo a carico di Finmeccanica; ma come, mi dico, solo ora viene fuori questo annuncio? Come mai non è stato fatto il giorno subito dopo quello della prima notizia?
Ebbene, forse la spiegazione è nel trafiletto che ho letto stamani, in cui si annuncia che la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta – per “aggiotaggio” (speculazione sull’andamento dei valori di Borsa) - in relazione alle notizie apparse rispetto ad accertamenti su Finmeccanica; quindi, le autorità hanno rilevato strani movimenti sul titolo ed hanno dedotto (non ci voleva una grande mente) che l’operazione poteva essere stata pilotata da qualche speculatore che aveva chiare ramificazioni nelle stanze della Procura e nelle redazione dei giornali.
Quindi: dov’è il legame e dove la differenza tra i due eventi? Provate a trovarle!!

This page is powered by Blogger. Isn't yours?