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lunedì, dicembre 18, 2006

ESSERE PIU' REALISTA DEL RE 

Il detto che dà origine al titolo discende dall’abitudine di alcuni “servi” di attuare le disposizioni del sovrano con maggiore durezza di quanto farebbe lui stesso: ed è quello che è accaduto in una scuola elementare di San Gimignano, in Provincia di Siena, dove il Consiglio d’Istituto, nel quale siedono i rappresentanti dei genitori insieme a tutte le altre componenti della scuola, ha dato parere negativo alla visita del Vescovo, invocando “il rispetto delle minoranze religiose”.
Manco a farlo apposta (ed ecco che arriva il senso del titolo), dal Centro Islamico di San Gimignano è giunta la seguente dichiarazione: “Si tratta di un’emerita sciocchezza; è un malinteso senso di rispetto”; e così i “servi sciocchi” sono stati serviti e sacrificati in nome del politically correct.
Che c’entra direte voi? Semplice: a pochi chilometri da San Gimignano c’è Colle Val d’Elsa, la città destinata ad ospitare una delle più grandi Moschee italiane, la cui costruzione è già iniziata ma sta incontrando svariate difficoltà; qualcuno forse ricorderà che la povera Oriana Fallaci ebbe a dichiarare, poco prima della sua morte, che avrebbe avuto piacere di campare ancora un po’ per avere l’opportunità di andare a …. pisciare nella Moschea di Colle: ecco, questo è un esempio delle polemiche in atto, che si vanno estrinsecando in raid vandalici e con intimidazioni di ogni genere.
Stante queste problematiche, è interesse dei maggiorenti musulmani non alimentare alcuna polemica con i cattolici almeno fino alla fine della costruzione della Moschea; ma questo i già citati “servi sciocchi” non l’hanno tenuto presente ed hanno invece aperto questo ennesimo fronte nella “guerra” – per fortuna non guerreggiata – tra cattolici ed islamici.
Ma chi sono questi “servi sciocchi”? Sono quelli – a mio modo di vedere – che con il loro atteggiamento, vanificano qualunque tentativo per giungere ad un effettivo dialogo interreligioso, improntato alla tolleranza ed al rispetto reciproco.
E qui si entra nel vivo del discorso; da più parti si dice che una elementare norma di rispetto reciproco imporrebbe il parametro “tipo” di come improntare il rapporto interreligioso; questo parametro andrebbe ricavato andando a vedere cosa avviene a Tunisi, a Teheran, a Bagdad, a Beirut e potrei continuare; cioè, voglio dire, se in quelle capitali mediorientali la donna occidentale fosse ammessa a fare la stessa vita che fa da noi (modo di vestire, atteggiamenti liberi, frequentazioni di locali anche senza compagnia, ecc) allora ben venga la reciprocità e quindi si accetti il velo musulmano, l’isolamento della donna e la sua sostanziale non partecipazione alla vita sociale; ma se questo non avviene, si giunge diritti diritti alla ghettizzazione di una delle due comunità (qui da noi l’islamica e nell’altro mondo la cristiana).
Ogni caso di cedimento “non reciproco” può dare adito a situazioni nei quali una delle due comunità cerca di prevaricare l’altra e – a quel punto – siamo assai vicino alla guerra di religione, cosa che nel ventunesimo secolo sarebbe da considerare quanto meno anacronistica, e ci fa allontanare vertiginosamente dalla interreligiosità.
Volete un esempio: subito dopo la decisione del Consiglio d’Istituto della scuola di San Gimignano, non sappiamo se come causa diretta o solo per una fortuita coincidenza, si è svolta una manifestazione violenta contro l’erezione della Moschea a Colle Val d’Elsa, al termine della quale è stata rinvenuta la testa mozzata di un maiale all’interno del cantiere dei lavori: come volevasi dimostrare!!

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