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domenica, marzo 14, 2004

La rivincita dei..."non giovani" 

Anzitutto il perché della definizione “non giovani”. E’ molto difficile al giorno d’oggi stabilire chi possa essere chiamato “vecchio”, “anziano”, ed altro del genere; così, per non prendere posizione con una definizione che poi potrebbe rivelarsi errata o addirittura offensiva, mi butto sul “non giovane”.
Ma a cosa mi riferisco? Semplicemente alla pubblicità, in particolare quella televisiva, che da sempre usa gli anziani come “opinion leader” per i tipici consumi di nicchia. Adesso si è come ravveduta e ha operato una sterzata violenta, facendo eseguire ai “non giovani” appunto, una specie di inversione di marcia.
Mi riferisco a due spot, dei quali uno l’ho già accennato ed è quello della polvere per dentiere; in esso l’uomo riceve tutti gli imput psicologici necessari per identificarsi con l’uomo rappresentato e porsi questo assioma, ovviamente a livello inconscio: se vuoi essere “giovane ed attraente”, così da poter essere concupito da una donna molto più giovane di te, è sufficiente che tu usi la polvere Kukident per fissare la tua dentiera.
Nel secondo spot che vorrei sottoporre alla vostra attenzione, due giovani rimangono per la strada e fermano una auto (bella, una Mercedes) al cui guidatore chiedono un passaggio. L’auto si ferma, li fa salire e li conduce dove essi desiderano. Il guidatore è il padre del ragazzo. Dopo essere scesi dall’auto, il giovane si rivolge alla ragazza e le dice: bella macchina, vero?! E lei: si bella e bello anche l’uomo che la guida!.
In questo caso il “non giovane”,a livello inconscio, si fa press’a poco il seguente discorso: il gradimento della ragazza è derivato dalla mia persona ma in quanto al volante di “quella” macchina. Quindi l’elemento sillogico è presto detto: con quell’auto dimostri così tanti anni di meno che sei “appetibile” anche per la fidanzata di tuo figlio.
In entrambi questi commercial il protagonista viene usato non per prodotti di nicchia ma per oggetti che lo possono condurre in situazioni di “ringiovanimento”; in pratica non stiamo giocando in difesa, ma andiamo bellamente all’attacco e sia quel che deve essere.
Ho avuto modo di ascoltare alla radio in una trasmissione “a telefono aperto” lo sfogo di un sessantenne che chiedeva al medico se poteva considerarsi “normale” che il suo appetito sessuale fosse aumentato di gran lunga rispetto ai suoi quarantanni. Meraviglia e mi è parso anche un po’ di invidia dalla parte di là del filo e poi lodi sperticate al sessantenne che sosteneva di avere anche più di un rapporto sessuale al giorno (con la moglie di 40 anni, però!).
Chissà cosa avranno pensato gli ascoltatori di quell’età, se entrare in crisi per non essere all’altezza del nostro sessantenne o che altro.
Certo è che nei confronti dei delusi, di coloro che non reggono il paragone, le forme pubblicitarie sopra indicate hanno buon gioco (poche lire per la polvere, molti milioni per l’auto: come si vede la pubblicità è ad ampio spettro, va bene per tutti!) in quanto agitano al livello inconscio il desiderio di confrontarsi con gli altri e ti forniscono gli strumenti per vincere: il tutto in un contesto socio culturale in cui l’efficientismo, il giovanilismo (e tanti altri “ismo) ci viene proposto, direi quasi “imposto” come una “missione”, nella quale non possiamo fallire, pena il dileggio di tutti e la nostra emarginazione.


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