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giovedì, febbraio 12, 2004

Le barzellette 

Nell’ultimo week-end il film che ha fatto registrare il maggiore incasso è stato “Le Barzellette” con la regia dei fratelli Vanzina. Stracciati quindi film candidati agli Oscar come “Il signore degli anelli” o pluripremiati come “21 grammi” e “Rosenstrasse”.
Da notare che tale successo non scaturisce da una presenza massiccia della pellicola in tantissime sale italiane; tutt’altro, poiché “Il signore degli Anelli” è presente in un numero maggiore di cinema.
Ciò indica che neppure i distributori credevano al successo dei Vanzina; è stato il pubblico a decretarlo, senza che la produzione abbia influito più di tanto nella scelta.
Questo mi porta a fare delle riflessioni che non so quanto possano essere giuste ma io le faccio ugualmente: gli italiani preferiscono “Le barzellette” ad altri film che, pur non essendo capolavori in assoluto, tentano di costruire delle opere con linguaggi e strutture di qualche interesse. In particolare “Rosenstrasse” della Von Trotta e “21 grammi” di Inarritu, entrambi presentati con successo al Festival di Venezia, sono film di tutto rispetto che trattano tematiche importanti e estremamente interessanti.
Ma torniamo al nostro pubblico che, alla faccia di tutti i discorsi che possiamo fare, ha scelto “Le barzellette”; ecco le mie considerazioni: se questo è il livello medio dell’italiano, mi viene facile comprendere anche tutta un’altra scala di valori. Per esempio, si accetta “il presidente operaio”, si glorificano i vuoti personaggi dei “reality show”, si mantengono ministri e alti funzionari incapaci e dalla poca voglia di lavorare, si giudica la realtà sulla base di quanto ci propone la televisione e, così facendo, non ci accorgiamo di fare il gioco di chi comanda e comanderà sempre (il vero potere!).
Il questo clima di completa massificazione nei quali i nostri contemporanei rappresentano soltanto dei “consumatori”, si comprende che prima di realizzare i propri scopi c’è stato bisogno di “rincoglionire” la gente togliendogli ogni spirito critico.
Pur non volendo apparire apocalittico, mi sembra di intravedere in questa “scelta” della gente un primo passo verso quella situazione di acquiescenza che i nostri veri “padroni” si augurano di completare al più presto possibile.


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