martedì, giugno 24, 2014
UN PROBLEMA IRRISOLVIBILE ?
Ormai non ci
meravigliamo neppure più; ormai non ci facciamo più caso; lo diamo per
scontato; alludo al ripetersi infinito delle ruberie e delle tangenti in
corrispondenza di grandi opere pubbliche, tant’è vero che i resoconti
giornalistici sembrano fatti “in copia”, tanto si somigliano l’uno all’altro.
Ed anche
l’indignazione dei benpensanti diminuisce con l’aumentare delle ruberie: al
malaffare purtroppo mi sembra che ci si abitui , finendo per considerarlo come
una sorta di effetto collaterale indispensabile, una variabile dipendente cui è
praticamente impossibile rinunciare.
Credo che sia proprio
questo che il sistema vuole: l’opinione pubblica che non ci faccia più tanto
caso a questo malaffare imperante e cosi, in un modo o nell’altro, si continua
a riempire le tasche a quelli che reggono il timone di questa barca che mi
sembra sempre più indirizzata contro gli scogli.
Il bello – se così si
può dire – è che oggi tutti si scandalizzano, a cominciare da quei politici che
per una volta sono rimasti fuori dalla rete della giustizia e starnazzano per
qualche giorno, salvo poi fare in modo che ogni cosa torni come prima e che il
sistema – come una mamma premurosa – non lasci nessuno a bocca asciutta.
Questo assunto è dimostrato
dal fatto che ormai da anni non c’è importante opera pubblica che non abbia
poco dopo un’inchiesta alla fine della
quale si scopre sempre che i magistrati avevano visto giusto e che il fango era
veramente maleolente.
E diciamoci la
schietta verità: se niente si è fatto nel tempo per semplificare le normative,
rendendole più trasparenti, mettere fuori gioco l’obsoleta e fraudolenta
pratica della concessione unica, un motivo ci sarà.
La politica infatti è
velocissima a realizzare quelle riforme che gli stanno a cuore (a tutti!!),
basta vedere con quale solerzia sono state rimodulare le norme per il
finanziamento ai partiti, rese semplici e ben accolte da tutti i partiti.
E invece niente si è
fatto per la gestione degli appalti con delle norme che autorizzano procedure
semplificate; al contrario si è andati addirittura complicando la vita a chi
intende lavorare in questo campo con la correttezza del caso.
E così, una seria
politica anticorruzione ha visto per ora
solo un poveruomo – il supercommissario – investito di tanti incarichi ma di
pochi poteri e quindi mandato fatalmente allo sbaraglio.
Ma c’è da aggiungere
che in questi ultimi tempi si è visto come i politici non siano gli unici a
dover stigmatizzare e che il marcio alligna anche in altri orti: nell’inchiesta
veneziana è saltato fuori uno spaccato sociale inquietante e si è vista
rappresentata tutta la mitica società civile: militari, magistrati, tecnici,
impiegati, funzionari.
Insomma anche questa
volta si è usato il mitico detto che “si mangia bene quando si mangia tutti” e
così ogni componente della combriccola che ha organizzato l’affare, ha la sua
piccola o grande fetta di bottino a secondo dell’importanza del ruolo che
ricopre; più giustizia sociale di così!!
Nella vicenda
veneziana c’è un’aggravante: il Sindaco non ha sentito il minimo disagio a
continuare a governare una delle città più famoai del mondo e se ne è andato
solo quando gli è stata tolta da sotto il sedere la sedia del comando;
spregiudicatezza politica di un uomo che ha i miliardi e quindi non vive certo
di queste quisquilie rappresentate dalle tangenti? Oppure grandissima
indifferenza a quello che la gente possa pensare di lui? In entrambi i casi:
vergogna!!