giovedì, giugno 12, 2014
LA MOSSA DI MARIO
Il Mario di cui parlo
nel titolo è Mario Draghi, Presidente della B.C.E. e grande “banchiere”, che
potrebbe diventare in un prossimo futuro “il più grande amico di Renzi”.
Il nostro banchiere ha
fatto alcune mosse che mi appaiono decisamente interessanti: ha diminuito ulteriormente
il tasso di sconto della B.C.E. dallo 0,25% allo 010% e contemporaneamente ha
deciso di applicare un tasso negativo ai depositi bancari presso la Bce (0,1%), invogliando così
le banche a immettere sul mercato il denaro fresco che gli proviene dalla Banca
Centrale e non a tenerselo nei propri depositi ed a lucrarci sopra con operazione
“finanziarie”..
Contemporaneamente a
queste decisioni Draghi ha dichiarato di
avere un piano per le piccole imprese; anche se i banchieri sanno solo di
bilanci e fanno considerazioni puramente economiche, questa uscita di Draghi
sembra rivolta soprattutto a valorizzare il grande patrimonio umano che è
presente in questo mondo così eterogeneo.
In cosa potrebbe
consistere questa forma di aiuto? Dunque, la B.C.E. ha prestato denaro (1000 miliardi di euro)
alle banche private europee a un tasso risibile; altrettanto ha fatto fa
Federal Reserve Bank in America.
Da un punto di vista
prettamente giuridico, non esistono sostanziali differenze tra una banca
privata e una piccola azienda, dunque non ci sarebbero difficoltà nel prestare
denaro alle piccole imprese al tasso dell’1%, senza richiedere alcuna garanzia
reale, proprio come è stato fatto con le banche europee finanziate.
Con un provvedimento simile la ripresa partirebbe in
un attimo, senza alcun pericolo per l’inflazione, spauracchio creato ad arte
per gestire la crisi come piace alle grandi banche ed ai grandi finanzieri
mondiali.
Certo, se si cambiasse
lo statuto della B.C.E. e le si concedesse – come accade con l’americana Fed –
di stampare moneta e puntare sugli Eurobond, sarebbe tutt’altra musica e
sicuramente Draghi avrebbe modo di dare all’economia un impulso ben più
rilevante.
Ed anche l’acquisto di
titoli di Stato da parte della B.C.E. di quei paesi – tra cui l’Italia – in cui
lo spread resta sopra i 150 punti, potrebbe aiutare a salvare la situazione di
quelle economie che ancora non sono uscite interamente dalla crisi.
In passato Draghi ha
fatto moltissimo , è stato determinato e coraggioso, ha salvato l’euro e di
conseguenza l’Europa, adesso dovrebbe dare slancio ad un’economia che resta –
Germania a parte – ben lontana da quanto sarebbe opportuno fosse , cioè mezzo
punto sotto gli USA e intorno al 2% di crescita costante.
I dati
sull’occupazione dovrebbero preoccupare seriamente sia Draghi che Renzi in
quanto se prosegue questo trend le speranze di uscire dal tunnel sono proprio
poche; però qualcosa sembra muoversi: la produzione e l’export sembrano
rialzare la testa e se questo sarà lo scenario dell’intero 2014 si potrebbe
anche andare a disegnare un’Italia che risale la china e va a sistemarsi
insieme ai cosiddetti “primi della classe” (Germania e paesi nordici).
Un’Italia che risale
la china aiuterebbe – oltre che gli italiani – anche l’italiano Draghi ad
essere più incisivo nei suoi propositi senza apparire troppo di parte.
Insomma lasciandogli
fare il suo lavoro e noi facendo il nostro, si dovrebbe ottenere un felice
connubio; speriamo che resista!!.