sabato, giugno 14, 2014
INTERNET E LA JIHAD
Chiariamo prima di tutto che cosa significa
“Jihad”: la traduzione letterale è “guerra santa” e il significato effettivo è
la guerra che ogni mussulmano è tenuto a fare contro i cosiddetti “infedeli”,
cioè tutti quelli che non sono mussulmani.
Dato questo chiarimento, passiamo all’evento:
un cittadino francese, tale Mehdi Nemmouche, 29 anni di età, residente a
Marsiglia, sarebbe l’autore dell’attentato perpetrato al Museo Ebraico di
Bruxelles nel quale sono morti due turisti israeliani e sono rimasti feriti una
donna francese e un impiegato belga.
L’autore dell’attentato ha un nome e cognome
magrebino ma è di nazionalità francese, già condannato sette volte per
altrettante rapine messe in atto in Francia; quando è stato bloccato, alla
stazione di Marsiglia, aveva nel bagaglio un Kalashnikov, una pistola,
centinaia di cartucce, una telecamera e il cappellino che ha portato alla sua
identificazione, dato che è stato ripreso dalle telecamere del Museo.
Il fucile era avvolto in un lenzuolo che
aveva la scritta “Stato islamico in Iraq
e nel Levante” che è la sigla di un gruppo collegato ad Al Qaeda, nel quale
confluiscono i jiadisti francesi.
Condannato varie volte per reati comuni,
affronta il carcere che lascia nel 2012, ed è proprio in cella che avviene la
trasformazione e diventa un islamico jihadista; dopo poche settimane
dall’uscita dal carcere si imbarca per un lungo viaggio che lo porta in Siria , dove rimane un anno per
l’addestramento, quindi rientra in Europa e in particolare in Belgio, dove
attrezza una base per preparare l’attacco; da notare che il giovane non ha una
casa e neppure un indirizzo quindi è – di fatto – “un francese invisibile”.
Comunque, questo si9gnore deve essere stato
ben foraggiato da qualcuno, perché oltre al vitto e all’alloggio, gli viene
fornito anche del denaro – e non poco – dato che nel 2013 era andato a Homs per
un corso di addestramento nei ranghi
degli estremisti islamici.
Quanti sono i giovani che seguono una strada
analoga a quella di Mehdi? Secondo il primo ministro francese, Manuel Valls,
sono almeno 250 i giovani francesi che si trovano in Siria per prendere parte
ai combattimenti, mentre altri 100 sono in transito da diversi paesi europei e
150 hanno maturato l’intenzione di partire per il Medio Oriente Per diventare
Jjhadisti.
Come è avvenuto il reclutamento? Non
attraverso le Moschee integraliste come si potrebbe immaginare, ma attraverso
Internet: i giovani senza punti di riferimento che hanno alle spalle
un’infanzia difficile e sono cresciuti sul terreno della piccola criminalità,
trovano nei siti salafiti un messaggio che li affascina: l’esaltazione
dell’impegno armato, il miraggio dell’avventura e della “rivoluzione”.
Questi giovani, con alle spalle un’immagine
degradata di se stessi e della loro famiglia, cercano qualcosa che li valorizzi
ai loro occhi e a quelli degli altri; uno dei messaggi tipici di addio alla
famiglia è “non ci vedremo più in questo mondo, papà, ma se ti converti all’Islam
ci ritroveremo in Paradiso”. Agghiacciante!!
Fu proprio leggendo un simile messaggio che
un imprenditore di Tolosa apprese che due suoi figli erano partiti per la Siria: sono morti entrambi,
il primo a Homs e il secondo ad Aleppo.
Un altro pericolo nascosto sotto l’aspetto
bonario di Internet? Direi proprio di sì, anche se mi sembra giusto lasciare ai
giovani di compiere la propria strada; ma occhio!!