lunedì, maggio 05, 2014
SPIGOLATURE DAL MONDO DELLA CRISI
Cosa se pensereste se un ragazzino che
finisce le suole delle scarpe e si rivolger al padre per chiedergli un intervento in materia, si sente rispondere:
“hai finito le scarpe? Tagliati i piedi!!”
È un paradosso, ma fino ad un certo punto; in
concreto: il padre che invita il figlio a tagliarsi i piedi, è un cattivo
padre? Cioè, anche se il padre ha pochissimi soldi e l’esigenza di risparmiare
è più che sacrosanta e tutti sono chiamati a tirare la cinghia, non mi sembra
il caso di tagliare i piedi al figlio che ha le scarpe sfondate; il buon
governante, interpretato in questa piccola “piece” dal padre, risparmia, quello
cattivo taglia senza alcun criterio.
Spesso, la sfera politica non riesce ad
immaginare troppe distinzioni e nella comprensibile necessità di far quadrare i
conti, fa di tutt’erba un fascio, mettendo insieme i piedi con le scarpe.
Chi prende rimborsi pubblici per pagare ai
consiglieri regionali le cene a base di ostriche e champagne viene assimilato a
chi manda avanti comparti vitali per la convivenza civile e la democrazie;
facendo degli esempi, tagliare la sanità significa andare ad incidere su uno
dei principali comparti ai quali affluisce l’anziano e, di contro, tagliare
senza criterio i rimborsi ad alcuni settori – per esempio quello dell’editoria
della carta stampata – che, come è a tutti noto, versa in crisi profonda, preso
in mezzo ad un fuoco incrociato di “rassegne stampa” televisive, oppure
l’informazione gratuita che appare su internet; insomma tutte quelle
facilitazioni autenticamente “democratiche”, non sembra dettato da “giustizia”.
Insomma, se vogliamo che quel bambino rinnovi
le sue scarpe e non si tagli i piedi, dobbiamo invocare dalle nostre
istituzioni una settorialissima “spending review” che accetti di distinguere
chi vuole rinnovarsi accettando la sfida del futuro da chi intende continuare a
vivere come un parassita sulle spalle degli altri.
Ed ora passiamo alla seconda spigolatura, con
la quale spero almeno di farvi sorridere; vi voglio raccontare la vicenda
accaduta in questi giorni al vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti, il
quale si è recato in Piazza Venezia per rappresentare la Camera dei Deputati nella
celebrazione del 25 aprile; alla cerimonia era presente anche il Presidente
della Repubblica.
Il nostro Roberto Giachetti, a bordo della
sua moto, arriva ad un blocco dei Vigili Urbani e, educatamente, spiega loro:
“Buongiorno, sono il vicepresidente della Camera e dovrei andare a Piazza
Venezia per la cerimonia con il Presidente della Repubblica”; il primo vigile
risponde: “qui possono passare solo auto di servizio; lei con la moto privata
nò”.
Il povero Giochetti prova a replicare: “va
bene, ma guardi che io ho rinunciato all’auto blu di servizio e giro solo ed
esclusivamente con la mia moto”.
Gli replica il secondo vigile: “e ha fatto
male; se vuole va a piedi; di qui passano solo le auto di servizio”.
Questa seconda spigolatura è solo per farvi
sorridere – come promesso – ed al tempo stesso raccontarvi come vanno le cose
in questo nostro meraviglioso Paese, dove non è possibile neppure rinunciare ai
privilegi.
Infatti, il Vigile, coscienziosamente, dopo
aver rimbrottato Giachetti per la scelta della moto, ha aggiunto che se
rinuncia all’auto blu, deve andare a piedi, questo è il pegno che deve pagare
per essersi comportato in questo modo (splendido!!). Chiaro??!!