giovedì, maggio 15, 2014
SCONCERTATI
Come di consueto, prima la notizia: siamo in
Sicilia e l’ex Presidente, Totò Cuffaro, è in carcere, condannato a sette anni
di reclusione per favoreggiamento nei confronti della mafia; nonostante la
reclusione, il nostro Totò continua a percepire un vitalizio di circa seimila euro al mese; quindi abbiamo
questa situazione: lo Stato italiano, da una parte relega questo individuo
nelle patrie galere e dall’altra gli corrisponde questo bel mucchietto di soldi
tutti i mesi, come vitalizio di ex parlamentare del consiglio regionale.
Siete abbastanza sconcertati, come recita il
titolo di questo post? Io lo sono e non
mi vergogno a dire che è una cosa a dir poco scandalosa, anche se tutto
è stato fatto a norma di legge.
Allora, torniamo al nostro protagonista: Totò
Cuffaro – detto “vasa vasa” per la sua abitudine di baciare tutti – è il
personaggio principale di questa storia tipicamente italiana, nella quale la
burocrazia – ancora una volta – abbandona il buon senso e segue la illogicità della
normativa che l’uomo crea a suo esclusivo interesse.
Infatti, sia chiaro che Cuffaro ci può
scandalizzare quanto volete, ma i seimila euro mensili sono perfettamente
legittimi e quindi assolutamente legali.
A questo punto facciamo un piccolo passo indietro:
il governo Monti ha emesso, quando era in
carica, un decreto che taglia stipendi e indennità a parlamentari ed
altri politici che sono accusasti e riconosciuti colpevoli di reati contro la Pubblica
Amministrazione.
Quindi, il decreto sopra indicato non intacca
il privilegio dei Totò, in quanto il reato per il quale è stato incarcerato
non riguarda la Pubblica Amministrazione
ma “solo” la mafia; se vi sembra logico, affari vostri.
Si potrebbe addirittura trarre questo
convincimento: il favoreggiamento ad uno dei “cancri” del Paese è meno
pericoloso del normale reato commesso contro la Pubblica
Amministrazione.
Comunque sia, il nostro Totò – supportato dal
“suo legittimo” vitalizio di seimila euro al mese – sta scontando sette anni di
carcere; questa situazione è chiaramente supportata da una legge che i
politici, quando debbono legiferare su se stessi, rendono il tutto enormemente restrittivo, tanto che arriveremo
a stabilire il colore della cravatta che “deve” avere il reo di una colpa nella
quale è incappato; se la cravatta è di un altro colore, non esiste neppure il
reato; chiaro il concetto??
Ovviamente, mi sembra “ozioso” fare questa
considerazione: il politico Cuffaro, l’uomo pubblico Cuffaro, avrebbe fatto una
figura decisamente migliore se, appena messo piede nelle patrie galere, avesse
rinunciato al vitalizio; tanto, sono certo, i soldi per fare una vita
“discreta” anche in galera, non gli mancano.
Ma, amici miei, siamo in Italia e le cose che
dobbiamo aspettarci sono queste: solo ora si viene a scoprire che il pulman
precipitato dal viadotto di Monteforte Irpino (40 morti) aveva l’obbligatoria
revisione tecnica taroccata e, tanto per non scordarcelo subito, il nostro
“Genny ‘a carogna” con una maglietta che inneggia alla libertà di un delinquente
che ha ucciso un poliziotto e tiene improvvisate conferenze stampa installato
sulle transenne dello stadio.
Il tutto, naturalmente, davanti alle telecamere di tutto il mondo che
ci guarda e ci giudica come se “gli altri” fossero sempre delle “mammolette”;
possiamo avere qualche speranza di essere considerati un “paese normale”?
Ed io, ho diritto di essere sconcertato?