martedì, maggio 13, 2014
PROVIAMO CON LE CAREZZE!!
È una buffa storia
quella che mi accingo a raccontarvi, una di quelle storie che non si sa bene se
prenderle per cose da ridere o da piangere.
Siamo in Germania, a
Berlino, e la signorina Milka Reich (chiaramente è un nome d’arte), 49 anni, un
compagno e due figli, dopo vari lavori, scopre la sua vera “vocazione”: fare
l’accarezzatrice.
I soliti benpensanti
sono pregati di continuare a leggere e non archiviare questa notizia come la
solita pubblicità di una prostituta.
Ma vediamo di cosa si
tratta: partiamo dal regno animale e così scopriamo che il gattino di casa che
fa le fusa e il molosso che mostra le zanne, si accucciano tranquilli quando
vengono carezzati; da questa semplice e banale constatazione nasce l’idea di Frau
Milka: mettersi a fare l’accarezzatrice di professione; ovviamente niente a che
vedere con le carezze di origine sessuale tendenti al solo piacere fisico.
Ovviamente, tale
attività viene messa in piedi anche con una precisa finalità di lucro e infatti
la nostra Milka, per una seduta di un paio di ore di accarezzamento, fissa un
costo di 150 euro: niente di particolarmente esoso, ma solo quanto occorre alla
ragazza per tirare avanti con la sua famiglia.
Ma come avviene tutto
questo? Semplice: si fissa un appuntamento con questa signorina e ci si fa
accarezzare per un paio d’ore, non prima però di avere scambiato qualche
chiacchiera per conoscersi, altrimenti una carezza tra sconosciuti diventa un
“massaggio” che non è proprio la stessa cosa.
Ma torniamo a parlare
della nostra Milka; anzitutto mi incuriosisce la quantità di clienti che la
ragazza riesce ad “accarezzare” ogni giorno: “ho un certo numero di clienti, ma
non riesco a fare più di una o al massimo due sedute al giorno; a volte dopo la
prima sono completamente svuotata e debbo attendere un po’ per ricaricarmi”.
Aggiunge Milka: “non
si può accarezzare senza una partecipazione emotiva, e quindi i confini restano
ambigui; se si rimane distanti allora tanto vale pagare un massaggio, ma se si
va oltre, si sconfina nel sesso”; ovviamente quest’ultima eventualità avviene
abbastanza spesso, naturalmente da parte dei maschi che cadono nell’equivoco e
le chiedono “non sei una prostituta?”.
La scienza medica
mostra interesse per la cosa e la psicanalista Julia Doerr rivela ad un
quotidiano che “i miei pazienti vengono da me per parlare; dopo un’ora pagano e
se ne vanno; ora penso che sarebbe meglio scambiarsi anche qualche carezza per
risolvere i loro problemi”. La facoltà di medicina dell’Università di Vienna,
per bocca del professor Ekmekcioglu, ha scritto un saggio in cui afferma che
l’essere umano ha bisogno di essere sfiorato, dato che abbiamo bisogno di
maggiori contatti corporali; insomma, conferma quanto Frau Milka ha già
scoperto nella pratica quotidiana.
Per concludere, sarà
possibile – in un prossimo futuro – che “le carezze” vengano pagate dalla
mutua? In Germania sembra che la cosa sia fattibile, grazie ad un ticket di
dieci euro che le mutue hanno percepito dai propri assistiti e che ha generato
una sorta di “tesoretto” di 28/miliardi di euro; il governo tedesco ha provato
ad incamerarlo (ha imparato da quello italiano!!), ma le mutue si sono
rifiutate ed hanno deciso di impiegare questi soldi a favore dei loro
“clienti”, anche con nuove prestazioni.
E l’idea sarebbe di
cominciare proprio dalle “carezze”: se è vero che fanno bene anche agli
animali, perché non utilizzarle per gli uomini e le donne, prigionieri nei loro
appartamenti dove nessuno li va mai a trovare e tanto meno li sfiora con delle
carezze.