giovedì, maggio 01, 2014
DOBBIAMO ASPETTARSI SOLO UN MIRACOLO ?
Qualcuno di voi si
ricorderà della famosa storiella nella quale un banchiere – a causa della crisi
– si getta dal novantesimo piano di un grattacielo; quando arriva al trentesimo
piano, si affaccia un suo collega e gli chiede: “come va?” e lui risponde “per adesso
bene” e continua a precipitare.
Non possiamo certo
paragonare la nostra economia a quella della “fantastica banca del nostro
suicida”, ma insomma….: il nostro debito pubblico è superiore al 132% del Pil
(in Europa solo la Grecia
sta peggio di noi); il Paese è già stato spremuto fino all’osso e quindi è
impensabile tirare fuori ancora qualche soldo dalle tasche degli italiani; per
la verità ci sarebbero gli evasori fiscali, ma quelli fanno razza a parte ed è
difficile prevedere la possibilità di prenderne qualcuno.
Come è stato detto
tante volte, l’unica possibilità per evitare di precipitare sarebbe la crescita
dell’economia , evento che tutti promettono ogni giorno, ma che non si vede.
Le agenzie di rating –
che non ci sono mai state molto amiche – prevedono che la nostra crescita sarà
“stagnante” e che nei prossimi dieci anni si attesterà tra lo 0,5% e l’1%;
Aggiungono anche che eventuali dati che si discostino – in alto - da questi, sarebbero da considerare un
autentico miracolo.
Quindi, niente
miracoli, vietato attendersi miracoli, anzi, casomai ci sarà da temere qualche
catastrofe; credo che il Ministro dell’Economia Padoan alluda a questa
debolezza quando parla di una “finestra” temporale molto breve durante la quale
poter innescare una ripresa di un certo interesse.
I timori del
“prudente” Padoan si riferiscono alla possibilità che fra non molto i tassi
internazionali d’interesse sul denaro comincino a salire ed a quel punto – con i nostri oltre duemila
miliardi di debiti – saremo come degli ingenui campeggiatori che hanno alzato
le tende sotto una valanga di sassi.
Intanto il nostro
governo è intento a mettere insieme uno straccio di piano sul lavoro ma trova
ostacoli da ogni parte, dalla minoranza del PD, fino a FI, invogliata a strumentalizzare
l’argomento; così il nostro premier è costretto a porre la fiducia sul
provvedimento, contro lo stesso partito da cui proviene.
Ma poiché la crescita
non c’è – unico elemento che potrebbe invogliare gli imprenditori ad assumere –
possiamo prenderci il lusso di fare tutte le leggi sul lavoro che ci passano
per la mente, tanto non succederà niente di effettivo ed il lavoro continuerà
ad essere pane per i denti di coloro che già ce l’hanno, mentre coloro che non
ce l’hanno continueranno a rimanere a bocca asciutta.
Visto che ci siamo
infilati in una specie di vicolo cieco, possiamo anche divertirci a fare
qualche proposta “strana”; la più interessante di queste l’ho letta a firma di
un noto economista: egli dice che – visto che negli ultimi anni abbiamo fatto
tante, troppe leggi sul lavoro, forse sarebbe interessante sospenderle tutte
per un anno, ovviamente meno le norme sulla sicurezza e la salute.
Quindi, per un anno
proviamo a cavalcare una sorta di capitalismo selvaggio, con Susanna Camuso e
Landini che se ne vanno in vacanza in una amena località delle isole greche e
con Squinzi che se ne va a fare il tour delle Alpi in bicicletta.
E stiamo a vedere cosa
succede; magari niente, magari a qualche imprenditore viene voglie di mettere
qualche operaio sotto i capannoni e magari arriva davvero un po’ di robusta
ripresa.
Poi, tra un anno tutti
ritornano a fare il loro lavoro e si ricomincia a discutere!