<$BlogRSDUrl$>

mercoledì, maggio 21, 2014

CHE FINE FARA' L'EXPO? 



Tra i politici e gli addetti ai lavori, serpeggia una voce che non è affatto incoraggiante: che fine farà l’Expo se continuano questi scandali e queste rivelazioni circa mazzette e altri imbrogli del genere?
La risposta delle persone che ragionano secondo “buon senso” è che, se si vuole, ce la possiamo fare e fare anche bene, si tratta solo di decidere e di impiegare i mezzi adeguati.
Nella cruda realtà,  ricordiamoci che non è necessaria alcuna tecnologia proveniente da altri pianeti, ma solo il vecchio e conosciuto sistema delle costruzioni con cui sono stati tirati su un sacco di edifici splendidi e resistenti; si tratta di spianare dei cambi, gettare del cemento e scavare alcune fosse; se siamo stati capaci di costruite le dighe più grandi del mondo, saremo anche capaci di tirare su quella specie di parco giochi che è un’esposizione universale; quindi sotto il profilo tecnico non ci sono problemi e smettiamo di accampare questo tipo di scusante.
I problemi però – sia pure di altra natura – ci sono e sono almeno tre: il primo è quello di stabilire con chiarezza chi comanda veramente, il Comune, la Regione o il Governo; al momento sembra che sia il Comune che la Regione si stiano nascondendo, mentre Renzi vuole metterci la faccia, almeno a parole: lo dica chiaro e tondo e non se ne parla più.
Il secondo problema è quello della burocrazia, un soggetto capace di distruggere qualsiasi cosa; occorre trovare un sistema per neutralizzarla, per metterla fuori gioco in modo che non possa nuocere più di tanto; a questo punto dei lavori, c’è solo da correre, nessuno ha più il tempo per andare per uffici a implorare le autorizzazioni necessarie; ovviamente se ci saranno degli errori si potrà rimediare, purché siano stati fatti in buona fede.
Il terzo problema è forse quello più delicato e difficile: l’Expo, è stato detto varie volte, dovrebbe essere la grande vetrina internazionale dell’Italia, il momento in cui facciamo vedere chi siamo e che cosa sappiamo fare; il pericolo è invece che questa rassegna diventi l’Expo della mazzetta, della bustarella, della corruzione, tutte specialità nelle quali all’estero siamo ben conosciuti; e che diventi la mostra di qualche organizzazione criminale – anch’essa ben conosciuta anche all’estero – e che quindi tutto il mondo ci rida dietro.
Il pericolo è reale; non scordiamo che siamo di fronte ad una massa colossale di investimenti (molti, anzi moltissimi miliardi di euro), gestiti da una massa di persone tra le quali cercano di infiltrarsi degli autentici professionisti della corruzione e della tangente.
Quelli finora scoperti e arrestati mi sembrano anziani (Greganti e compagnia bella, c’erano già trenta anni fa) e quindi c’è da temere le nuove leve, tutti nomi e volti sconosciuti alla gente ma che stanno facendo carriera nelle loro organizzazioni malavitose.
Visto che per procedere in fretta ci sarà bisogno di suddividere i lavori in una miriade di società, forse sarebbe opportuno affiancare a coloro che dovranno guidare la macchina dell’EXPO una sorta di task force composta da guardie di finanza e carabinieri, scelti tra i migliori e i più svegli che abbiamo in Italia, tutti giovani ai quali non è facile farla in barba; ce ne sono, ma non sempre vengono utilizzati: sarebbe saggio cominciare a cambiare registro.

This page is powered by Blogger. Isn't yours?