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martedì, aprile 15, 2014

ZIBALDONE N.4/2014 



Lo zibaldone di questo mese è centrato su tre notizie che mi hanno interessato e che spero interessino anche i miei amici lettori.
LA PRIMA riguarda il Sindaco di Roma, dimostratosi – in questa circostanza – molto “creativo”; egli infatti, ha dato ordine agli uffici di non usare il termine “nomadi”, intendendo “zingari”, suggerendo al suo posto Rom, Sinti e Caminanti.
“E’ un atto per il superamento di ogni forma di discriminazione “, ha spiegato saccentemente il nostro primo cittadino; ovviamente su Internet le battute si sono sprecate: uno ha scritto “poteva chiamarli diversamente stanziali”, mentre un altro ha suggerito di definirli “cittadini romani a tempo determinato”.
E dire che si credeva che il Comune facesse parte di quegli enti inutili da ridimensionare oppure addirittura da chiudere; sbagliavamo: chi ci avrebbe fornito questa quintessenza di saggezza??
LA SECONDA si riferisce al nostro premier Matteo Renzi; è passato meno di un mese da quella conferenza stampa in cui Renzi annunciò i suoi propositi riformatori, eppure sembra già un uomo diverso, più sicuro di sé, dunque meno bisognoso di trovate ad effetto. Per commentare il DEF – documento di economia e finanza, usa due soli aggettivi – “serio” e “prudente” – mettendo così a tacere lo scetticismo dei soliti malevoli osservatori a proposito delle “coperture”, cioè i denari, da trovare per eseguire la manovra.
E poi, l’atteggiamento alla Riobin Hood si addice così bene a questa manovra che tutti ne hanno fatto riferimento: togliere ai privilegiati per dare ai bisognosi.
Sembra uno slogan facile a dire ma difficile a realizzare e invece il nostro premier sta facendo di tutto per realizzarlo: si pensi che l’abbattimento dell’Irpef ai lavoratori che guadagnano meno di 25/mila euro lordi l’annio avverrà aumentando la tassazione su una delle categorie considerata da sempre privilegiata: le banche.
Ed anche la “spending review” sembra impostata in modo nuovo: non più tagli alla spesa pubblica, ma “giustizia sociale”.
Insomma, il popolo di Nottingham, vessato dal famigerato “sceriffo”, adesso ha il suo Robin Hood; speriamo che duri.
LA TERZA riguarda una cosa “buffa” e al tempo stesso interessante: avete notato che adesso, quando un cameraman inquadra il volto di un personaggio, questi – prima di parlare – si copre la bocca ad evitare il rischio che venga fatta la lettura del labiale ?
Uno di questi è Renzi, che in Parlamento è stato spesso beccato mentre sussurrava occultando le labbra; pensate che allo stesso modo si è comportato con un sussurro indirizzato al Presidente della Repubblica, il quale si è ben guardato dal rispondere.
Parlare con la mano davanti alla bocca non è, come potrebbe sembrare, un dignitoso gesto di tutela della privacy, bensì un’ammissione di debolezza dato che se mi copro le labbra significa che  voglio dire qualcosa che non ripeterei mai davanti a tutti.
Allora, a parte che una delle più importanti cariche dello Stato dovrebbe dire in pubblico solo quello che è assolutamente “conveniente”, possiamo suggerire che in alternativa o tace oppure usa una lingua semi sconosciuta (rumeno con accento argentino); ci sarebbe anche il sistema di intervallare il discorso con parole senza senso atte a mettere in difficoltà l’ascoltatore (es.: ampidottero, baraclusa,ecc.).
C’è anche il sistema infantile di raddoppiare ogni sillaba con la f seguita dalla stessa vocale: quindi Matteo diventa Mafattefeofo; buffo vero??

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