lunedì, aprile 07, 2014
TANKO
La parola del titolo è il nome che i
“secessionisti” veneti avevano affibbiato al trabiccolo che stavano costruendo
e che contrabbandavano come un autentico mezzo corazzato, molto simile – almeno
sulla carta – ad un vero e proprio carro armato.
In un capannone di un paesetto in Provincia
di Padova erano state fatte anche delle vere e proprie “prove di fuoco” che, a
quanto ci viene riferito, sarebbero anche andate benissimo.
Insomma, dopo la presunta insurrezione del
maggio 1997, nella quale venne provato un “carro armato” artigianale e con tale
marchingegno fu conquistato il campanile di San Marco, gli stessi, o altri,
rivoluzionari secessionisti ci riprovano, ma questa volta non hanno
“conquistato” proprio niente, in quanto gli agenti della Digos – che li avevano
da tempo intercettati telefonicamente – li hanno arrestati ancora prima di
compiere qualche azione eroica.
Dato che il codice penale non prevede il reato di imbecillità, i poveri
sprovveduti sono stati accusati, oltre che di associazione a delinquere con
finalità di terrorismo ed eversione, di
fabbricazione e detenzione di armi da guerra.
I paesani dei luoghi frequentati dagli
“eversori”, la prendono a ridere e commentano: “la secessione? Una
carnevalata!”, specificando che, per quanto veniva visto, i signori
rivoluzionari arrivavano il sabato con tute da lavoro e si fermavano a bere un
caffé e un grappino” e aggiungono: “ora capisco che cosa facevano”.
Ma dopo averli garbatamente presi in
giro, non possiamo esimerci dal
domandaci il perché di questa buffa messa in scena; ed a questo proposito i conoscitori della zona, ce la descrivono
come una terra dove il ribellismo, la frustrazione e la rabbia erano attesi: è quella
parte d’Italia che da sempre è stata indicata come il “faro del Paese” , coloro
che mandava avanti la barca e manteneva
una nazione che poi si faceva spennare dai furboni del Sud.
Adesso vedono la loro situazione stretta da
politiche europee restrittive e non risolutive,
e soprattutto vedono i “vicini” – le regioni a statuto speciale - che hanno un altro passo e che hanno altre
possibilità- non solo per le loro strutture ma anche soltanto per il singolo
personaggio che vi abita.
E quindi la retorica antieuropeista montante
non aiuta a stemperare il clima di tensione che è presente in Veneto e nelle
altre zone del nord; non credo che il trattore-armato dovesse servire ad andare
a bombardare il Bundesbank tedesco proprio quando c’era la Merkel, ma insomma…
Però, di una cosa dobbiamo tornare a parlare:
l’ho già detto diverse volte, in tempi non sospetti, ma vorrei sapere dagli
attuali governanti per quale motivo quelle regioni a statuto speciali, nate
nell’immediato dopoguerra per sopperire a situazioni speciali, debba persistere
ancora adesso, dando privilegi ai loro abitanti rispetto a quelli che risiedono
nelle zone adiacenti.
Ovviamente, queste sperequazioni,
specialmente in periodi di crisi come è quella attuale, vengono a galla e
diventano motivo di frizioni che portano anche a reazioni scomposte; non dico
che questo possa giustificare “Tanko”, ma insomma, può significare il motivo
scatenante per menti labili e facilmente coercibili.
Ma ricordiamoci che “Tanko” si combatte
combattendo l’inconcludenza della politica e dell’inutile burocrazia, come il
premier sta dicendo da tempo e come sta cercando di fare anche adesso; speriamo
che questo impegno porti a qualcosa di positivo.