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martedì, aprile 01, 2014

SONO RIENTRATO (IN RITARDO!!) 



Avevo scritto che sarei mancato all’appuntamento con i miei lettori per una settimana, durante la quale avrei tenuto un corso di cinema in una scuola di Taormina; purtroppo sono rientrato in orario ma con una gamba molto gonfia e una carenza respiratoria abbastanza accentuata; la dottoressa che mi segue normalmente mi ha consigliato di recarmi presso un pronto soccorso di un ospedale e farmi ricoverare e così ho fatto.
Ci sono rimasto una settimana ma sono uscito “sistemato a dovere” e  pronto a ributtarmi della mischia della vita.
La politica nostrale è in grande fibrillazione – Renzi vuole distruggere il senato e i senatori non sono d’accordo come era logico attendersi – ma l’argomento non mi solletica più di tanto e così in questo mio post di ripresa contatto, mi voglio occupare di un argomento che sembra futile ma comunque per me è interessante: la ricoperta dei “dirigibili” per farci volare la gente.
Il progetto – avviato dall’Università di Modena e Reggio Emilia – è teso a dimostrare la fattibilità tecnologica di questo sistema, ma è stato aggiunto che occorrerà stanziare fra gli 80 e i 90 mili8oni di euro per realizzare un prototipo operativo nell’arco di tre anni e mezzo; da aggiungere che il pro0getto è stato sottoposto anche ad alcune realtà dell’imprenditoria e sembra che sia stato manifestato un certo interesse.
Ma i più giovani tra i miei lettori sanno che cosa è il dirigibile? Facciamo un lungo passo indietro – di circa un secolo fa, prima della grande guerra – e ricordiamoci che per viaggiare velocemente tra Francoforte e Baden Baden oppure tra Amburgo e Lipsia, si poteva prendere … uno stranio aggeggio chiamato dirigibile; fra il 1909 e il 1914, i giganteschi “zeppelin” della Delag, la prima compagnia aerea del mondo, percorsero 175/mila chilometri con quasi 35/mila passeggeri; poi, negli anno ’20 le impressionanti aeronavi tedesche solcarono gli oceani ed arrivarono fino agli Stati Uniti ed ad Brasile.
Tutto sembrava andare per il meglio e lo zeppelin era diventato un mezzo “sicuro”, quando nel 1937 su ha il famoso disastro dell’Hindenburg, il più grande dirigibile mai costruito, che prese fuoco nel New Yersey e provocò la morte di 36 persone; il tragico evento mise in soffitta il dirigibile”.
Eppure, ai giorni nostri, che hanno visto la messa in pensione anche del Concorde e continuino a nascere aerei sempre più grandi, mi sembra logico che si rispolveri anche il “vecchio” dirigibile e venga preso contatto con l’Università di Modana e Reggio Emilia venga spronata a mettere mano ad un progetto che rispolveri il dirigibile di quasi cento anni fa.
L’ateneo reggiano abbandona l’idea dei classici colossi fusiformi e concepisce una sorta di piattaforma stratosferica che funga da “dirigibile-madre”; da questa piattaforma che assomiglia piuttosto ad un grande disco volante, pesa 28 tonnellate e resta sospesa in aria a 15/mila metri di altezza e funziona come una sorta di hub aeroportuale; da terra si staccano i “dirigibili-navetta”, i cosiddetti feeder, ciascuno capace di trasportare una trentina di passeggeri. Questi strumenti – pieni di idrogeno – si alzano grazie alla spinta di galleggiamento e vanno ad agganciarsi con la piattaforma come se fosse una stazione spaziale.
Il dirigibile-madre e le navette poi si spostano insieme con motori alimentati da pannelli fotovoltaici che nella stratosfera riescono a produrre il triplo di energia rispetto a quella prodotta al suolo; sembra tutto bello9; ma funzionerà bene?!

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