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sabato, aprile 19, 2014

ALLARME CLIMA 



Le conclusioni dell’IPCC, la super commissione di esperti mondiali delle Nazioni Unite sul clima, sono un autentico grido d’allarme che non può più essere trascurato o rinviato; con questa frase il segretario di Stato americano, John Kerry, ha trasmesso il rapporto che è uscito ieri dai lavori di Berlino ed ha lanciato una nuova pressante “sveglia” che necessita di una “volontà globale”  di “capacità” per cercare di risolvere la drammatica situazione del nostro clima.
L’aumento della temperatura (+4°) si lega all’annuncio che in un prossimo futuro – se non si corre ai ripari – le fonti di approvvigionamento, come l’acqua, rischiano di diventare anche elementi di instabilità internazionale, dato che è presumibile una sua mancanza a breve termine. E quindi, se non saranno tagliate le emissioni del 40%, avremo questo aumento.
Nel nostro Mondo ci sono però due posizioni: da una parte l’America che si sta muovendo alla ricerca di energie alternative e pulite e risparmi di ricchezza perché – aggiunge Kerry – “la scienza del clima è inequivocabile e i costi possono solo aumentare ogni anno che il mondo rinvia l’azione”.
Dall’altra parte ci sono Cina ed India ed altre nazioni inquinanti che sembrano molto più blande e indifferenti, forse inconsapevoli (ci credo poco!); certo  che se Pechino procede di questo passo rischia di vedersi ridotta l’aspettativa di vita dei propri cittadini di 5-6 anni entro la fine del secolo.
Le  buone soluzioni   per l’energia – dice John Kerry – sono buone soluzioni anche per il clima e questo rapporto mette in luce che tecnologie per l’energia, ora disponibili per ridurre sostanzialmente le emissioni globali, possono non solo ridurre l’inquinamento, ma allo stesso tempo rappresentano un’opportunità di crescita economica.
Tutti i 235 autori del rapporto proveniente da 58 paesi che hanno coordinato il contributo di 10.000 fonti scientifiche, sono unanimi nel riconoscere che dal 2000 al 2010 il tasso di surriscaldamento del pianeta è risultato molto superiore ai decenni precedenti e che l’unico rallentamento nell’emissione del CO2 si è avuto durante la crisi del 2007/2008 per fattori del tutto involontari.
Ottmar Edenhofer, uno dei coautori del rapporto ONU, sostiene che entro il 2050 le emissioni di monossido di carbonio devono ridursi dal 40 al 70% rispetto ai livelli attuali per arrivare alla fatidica soglia “0” alla fine del secolo.
Dovranno essere i grandi produttori di inquinamento e le grandi istituzioni internazionali a considerarlo  una loro priorità proprio per lo sviluppo sostenibile.
Non è escluso che in molti comincino a pensare a vere e proprie tasse sul CO2 per spingere verso le energie alternative e pulite.
È ovvio che la soluzione più logica sarebbe quella di “ridimensionare” il tenore di vita degli uomini e delle donne, in relazione a queste problematiche energetiche.
A questo potremmo aggiungere anche che questo tipo di società produce sconsideratamente tanto quanto basta per il doppio delle persone e quindi “spreca” una buona parte dell’energia e delle materie prime che vengono usate.
Ma per fare questo ci servono uomini politici lungimiranti che vedano con chiarezza il futuro loro e della loro gente e si dedichino al benessere dei popoli ad ogni costo.
Volete un esempio? La signora Merkel è arrivata nei giorni scorsi agli scavi di Pompei, insieme al marito ed alla scorta; si è diretta al botteghino ed ha pagato regolarmente il biglietto per lei e per gli altri che l’accompagnavano; si è mai visto da noi??!!

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