venerdì, marzo 14, 2014
VIVA FANTOZZI
Ricordate il famoso urlo del rag. Fantozzi
“La corazzata Potenkim è una cagata pazzesca!”; ebbe 45 minuti di applausi nei
“cineforum” imposto nell’azienda dove lavora Fantozzi; poi però le cose vanno
per il peggio, come avviene in tutti i film di Fantozzi, ma questo è un altro
discorso.
Ci sono stati molti osservatori del costume
ed anche alcuni politici, che hanno presentato la vittoria de “La grande
bellezza” agli Oscar come una vittoria dell’Italia che ci dovrebbe portare a
fare grandi cose in campo economico e finanziario.
Scusate l’ignoranza, ma non riesco a trovare
un minimo nesso tra la vittoria di un film italiano agli Oscar di Los Angeles e
l’andamento della nostra economia. È sicuramente colpa mia !!
Debbo aggiungere che il film in questione,
presentato a Cannes ed a Venezia, non ha vinto proprio niente in entrambi i
festival, ma anche questo è un altro
discorso.
Troppo facile, direte voi, troppo semplice,
eppure ricordiamoci che una semplice scintilla accende il motore di un bolide
di Formula Uno, e allora perché non sperare che il film in questione – che
tratta dei nostri pregi e dei nostri difetti – non sia una sorta di fattore
scatenante che ci unisce, ci toglie il magione di dosso e ci inoculi una bella
speranza per il domani e ci spinga a rimboccarci le maniche semplicemente
perchè è giusto farlo.
Anzitutto diciamo che il film, proiettato su
Canale 5 ha
fatto il 36% di share, cifra mostruosa con gli ascolti di oggi.
E se da questo potesse nascere – o meglio
ripetersi – un miracolo che già abbiamo visto? Ricordate il 1982, quando il
nostro Paese si barcamenava in bilico sul baratro della bancarotta, con
l’inflazione alle stelle e i contrasti sociali che erano più che accesi.
Ebbene, l’Italia del calcio vinse il
Campionato Mondiale e l’Italia degli italiani “normali” si immedesimò in questi
ragazzi e riscoprì l’orgoglio nazionale, la soddisfazione nel lavoro, il
piacere dell’identità che ci accomuna tutti, giovani e vecchi, ricchi e poveri.
Probabilmente, anzi sicuramente, ci furono
altre concause che ci trassero fuori dalla melma nella quale eravamo
sprofondati, ma non ci costa niente pensare che l’effetto a catena del mondiale
vinto è stato il motore trainante con il quale abbiamo vissuto di rendita
diversi anni, quasi fino agli anni della recente crisi.
Insomma, senza svendere pezzi pregiati della
nostra Italia agli avvoltoi internazionali, senza piangerci addosso, senza
ripetere ossessivamente che non c’è futuro e che si farebbe meglio a
espatriare.
Forse, il film di cui sopra, ci ha mostrato
al mondo intero – ma anche a noi stessi – che non esiste paese al mondo che sia
in grado di offrire lo stesso tenore e piacere di vita.
Intanto possiamo fare un accostamento: non
trovate che “La grande bellezza” possa bene identificarsi con la bellezza dei
nostri giovani che si barcamenano tra mille difficoltà per cercare di sbarcare
il lunario.
E se questo evento può rappresentare l’attesa
scintilla tanto attesa che rimetterà in moto l’Italia, ben venga, quasi come se
fosse il Messia. E speriamo che quella statuetta vinta a Los Angeles diventi
immediatamente patrimonio della Nazione e risvegli sentimenti a lungo sopiti. E
se avete qualche dubbio, provate a guardare negli occhi i nostri giovani con la
loro “grande bellezza”.