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sabato, marzo 08, 2014

COSE CURIOSE 



Sono cose “curiose” ma anche interessanti per la loro particolarità e per gli sviluppi che potranno avere nel corso di un prossimo futuro.
La prima tratta di un argomento che già aveva fatto capolino in un film: “il capitale umano, cifra che l’ISTAT calcola innanzitutto per l’intero Paese e poi per il singolo cittadino.
Ebbene, l’Italia “vale” 13.475/miliardi di euro, mentre la cifra che riguarda il singolo maschio italiano è di 453/mila euro, menmtr54e le donne “valgono” 231/mila euro.
Se facciamo la media tra queste due cifre abbiamo il risultato di 342/mila euro che rappresenta il valore di un “italiano medio”.
Che cosa significa tutto ciò? A quanto ho capito, si tratta di un calcolo – il più preciso possibile  - che riporta la monetizzazione della produzione media di ciascun individuo nel corso della propria vita.
Dalle cifre sopra elencate, balza subito all’occhio il fatto che il “valore” del capitale prodotto da un maschio è doppio rispetto a quello realizzato dalla donna; e qui sorge subito la prima potenziale contestazione: il prezioso lavoro casalingo delle nostre donne, non essendo remunerato, non trova posto in questa fredda statistica e quindi i numeri sopra indicati presentano una situazione che nasce già falsata.
Ovviamente, è bene prendere queste elucubrazioni statistiche per quello che sono: mere elucubrazioni che, fra le altre cose, si piccano di dare un “valore” alla vita di un essere umano e facendo questo si colma un vuoto che tende a dare un valore a tutto; mancava il valore della vita e ora abbiamo anche questo.
Ma se questa cifra è un valore che attribuiamo alla vita, significa che esiste una sorta di livellamento statistico per cui si compie un lavoro di “mediazione”, perché se provate a chiederlo ad un pompiere impegnato nello spegnimento di un incendio, vi risponderà che “la vita non ha prezzo”.
E allora cosa serve assegnarglielo se in questa cifra non possiamo comprendere le sensazioni – belle e brutte – i trionfi e le sconfitte di tutta un’esistenza che viene ridotta ad una cifra a cinque o sei zeri. A mio giudizio, oltre ai trecentoquarantaduemila euro, la vita ci regala albe radiose e tramonti infiniti, caldi abbracci solari e fredde piogge invernali, sorrisi di una persona amata e brontolii per qualcosa che non funziona; e tutte queste “emozioni” come possiamo quantificarle?.
E se chiediamo nuovamente al pompiere, mentre stringe un bambino salvato dalle fiamme, che valore dare alla vita, non cambierà opinione e confermerà che non c’è prezzo per alcune emozioni che neppure cento sacchi ricolmi d’oro possono “pagare”.
Ma se continuiamo a vedere le cose curiose che ci circondano, scopriamo che una ricerca scientifica afferma che maneggiare tutto il giorno gli scontrini che ci vengono dati negli esercizi pubblici, espone il malcapitato a rischi per la salute; il primo commento, ovvio quanto volete, è che “devo la mia vita al mio barista!”.
Siamo tutti consapevoli che la materia fiscale è roba di per se assai pericolosa; ne sono una prova il fatto che sin dal Medio Evo si diceva che le “fatture” provocassero il malocchio e, di conseguenza. terribili sciagure..
Ma chi è il colpevole di questa sciagurata situazione? Si chiama “bisfenolo” ed è una sostanza chimica che “veramente” provoca dei danni fisici; e gli evasori possono sostenere che l’evasione fiscale diminuisce le cure mediche e, di conseguenze, le spese che lo Stato dovrebbe sostenere per la nostra salute; giusto??!

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