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martedì, gennaio 21, 2014

ZIBALDONE N.1 



Per questo primo zibaldone del 2014 ho scelto tre notizie, nessuna delle quali è intrisa nella drammatica “crisi” in cui viviamo; per una volta cerchiamo di pensare a qualcosa di diverso!!
LA PRIMA è di antropologia è riferisce di una notizia per lo meno singolare: l’Islanda ha un solo ceppe, cioè in questa isola ai confini del mondo che conta poco meno di 300/mila abitanti, non si sa cosa sia la diversità genetica perché – a quanto pare – tutta la popolazione islandese sembra discendere da un unico ceppo il cui codice si è trasmesso di generazione in generazione per la bellezza di dodici secoli senza mescolarsi con altri.
Verrebbe da dire: “che noia”!! E infatti se ricordiamo bene Paul Valery ebbe a dire “arricchiamoci alle nostre reciproche differenze”.
A questo proposito, inorgogliamoci: l’Italia è il paese europeo più ricco di geni, ha  una tale varierà nel proprio DNA  che ci fa definire “il Paese delle differenze”.
LA SECONDA è divertente, se possiamo usare questo termine: ricordare il divino Otelma, il grande mago che ha sbaragliato in quasi tutte le televisioni nostrane? Ebbene, udite, udite, il grande Mago ha conseguito presso l’Università di Genova la sua sesta laurea, in filosofia questa volta, con una tesi su Sant’Agostino.
Le malelingue hanno subito coniato alcune battute: “finalmente una vera magia” ed anche “adesso almeno c’è un perché al fatto che non lavori”.
Comunque, il nostro grande Mago si ricordi di essere in buona compagnia:  Sara Tommasi si è laureata alla Bocconi e pure Vittorio Cecchi Gori è stato sempre molto fiero della sua “frequentazione universitària”.
Ma cos’è la fiolosofia?Il grande Voltaire ebbe a definirla così: “quando colui che ascolta non capisce colui che parla e colui che parla non sa cosa stia dicendo: questa è la filosofia”. Ed allora, chi più del divino Otelma potrebbe definirsi “filosofo”?!
LA TERZA notizia ci giunge da Mosca e riferisce di un nuovo tipo di bar, lo Ziferblat, il locale dove si può consumare quello che si vuole “gratis”, in quanto l’unica cosa  ad avere un prezzo è il tempo passato nel locale; infatti, il termine ziferblat significa “orologio in faccia”, in riferimento alla sveglia che viene prelevata da uno scaffale all’ingresso e piazzata sul proprio tavolo, alla stessa stregua di un timer di una bomba ad orologeria.
Questa singolare idea sta facendo diventare ricco il ventinovenne russo Ivan Mitin, convinto che posti del genere favoriscano le relazioni umane, ma anche intento a percepire due euro ogni ora trascorsa al tavolino del suo Bar.
Viene in mente un film di qualche anno fa, mi pare che il titolo fosse “In time”, in cui il tempo è diventato la valuta corrente con cui la gente viene pagata per il proprio lavoro e grazie al quale prolunga un’esistenza altrimenti destinata a finire entro i 25 anni.
Mi viene in mente una cosa: chissà che conto rimetterebbe il signor Mitin a Ernest Hemingway, il quale faceva dei bar l’anello di congiunzione tra la letteratura e la vita reale e ci passava intere giornate.
Un’ultima notazione: in un Bar di Palermo, Giuseppe Tomasi di Lampedusa compose quasi l’intero manoscritto del “Gattopardo”; se a quei tempi ci fossero già stati gli ziferblat, forse non avrebbe fatto pari con i diritti d’autore.
Insomma, per letterati e gente di cultura in genere, il Bar è luogo di ispirazione e quindi è come tassare  le fonti dalle quali hanno tratto la linfa delle loro opere. Non si può!!

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