domenica, gennaio 05, 2014
LA MORTE E' UGUALE A QUELLA DEL 2013
Il 2014 si
apre con i gridolini di giubilo del nostro premier che ha annunciato la
sua felicità per la diminuzione delle tasse (lievissima) che hanno gravano
sugli italiani nel 2013 ed ha annunciato che nel 2014 questa stessa tendenza
sarebbe continuata, cioè le tasse avrebbero continuato a calare.
Peccato
che a me vengono in mente altre cose,
come le ultime morti causate dalle tasse
e dalla crisi, un fatidico combinato disposto che ha provocato tantissimi
lutti.
Siamo a Santa Croce, una cittadina in
Provincia di Pisa, famosa per le sue concerie. Una di queste era di proprietà
di un uomo di 37 anni che chiameremo genericamente Giovanni, che oltre a
conciarle era anche commerciante di pellame.
Giovanni ha appeso una corda al soffitto e si
è impiccato, lasciando un biglietto di commiato dalla vita alla sorella con la
quale era tornato a vivere dopo la separazione dalla moglie.
Il nostro Giovanni, dopo la separazione,
aveva deciso di cessare anche la sua attività ed aveva chiuso l’azienda .
Secondo gli inquirenti, la morte del nostro
Giovanni, era dovuta a più di una causa: la separazione dalla moglie e i
cattivi affari della conceria; certo quest’ultimo evento potrebbe avere la
preminenza, anche se il tutto nasceva all’interno di una personalità turbata
dall’evento familiare.
Una cosa particolarmente interessante è che
un analogo suicidio si è avuto nella
stessa Santa Croce poco più di sei mesi fa e il poveretto che ci ha rimesso la
vita era anche lui un imprenditore del settore chimico, strettamente legato al
comparto della conceria.
L’uomo, 65 anni, si è ucciso perché non
riusciva più a far fronte ai propri debiti; quindi non ci sono
compartecipazioni di altre motivazioni, magari psicologiche, a quella derivante dai morsi sempre più feroci
della crisi.
E per rimanere in Toscana, un ristoratore di
68 anni si uccide con la pistola il 3 novembre scorso; l’uomo si è suicidato
dopo aver ricevuto varie cartelle di Equitalia ed ha lasciato un biglietto
colmo di disperazione, indirizzato alla moglie ed ai due figli.
Insomma, per essere chiari, nei panni del
buon Letta, non aspettereste qualche mese prima di cantare vittoria sulla
crisi?
E invece l’ex democristiano Letta, abituato a
parlare a nuora perché suocera intenda, si è lanciato in una sperticata lode
della politica economica dei suo governo, politica che darà i suoi frutti anche
nel 2014.
E a chi si rivolgeva il nostro premier?
Probabilmente al “nemico – amico” Renzi che gli sta con il fiato sul collo e lo
martella con slogan sul tipo: “se non si fanno le cose per bene, si va tutti a
casa”, intendendo che a casa ci andrebbe il governo, dopo di che si farebbero
nuove elezioni e Renzi è sicuro di stravincerle e diventare così il nuovo
premier.
Come si vede il gioco si snoda sulle
ambizioni personali dei vari attori politici di questa commedia; nessuno che
pensi al bene dell’italiano medio, di colui cioè che non arriva alla fine del
mese, di colui che continua (finché ce la fà) a pagare imperterrito le tasse
che gli chiedono, convinto che tutto ciò sia semplicemente il suo dovere.
Insomma, la nuova generazione di politici si
dimostra anche incredibilmente astratta, direi quasi sognatrice: pensate che il
premier ha proposto a Renzi e Alfano un accordo sul programma, in assenza del
quale si va alle urne; ma chi gli crede??!