venerdì, gennaio 31, 2014
I RICCHI DEL MONDO
In questo Mondo, sempre più “bizzarro”,
esistono Agenzie di ricerca che si
occupano di “cose bizzarre”; pensate che una di queste ha calcolato la
ricchezza dell’umanità e ne è venuta fuori una bella: ci sono 85 famiglie – ovviamente
le più ricche del mondo – che posseggono un patrimonio uguale a quello di un
terzo dell’umanità, vale a dire due miliardi e mezzo di esseri umani:“i più
poveri”.
Tra queste famiglie “più fortunate”, ce ne
sono tre italiane, i Ferrero, i Prada e i Del Vecchio, cioè cioccolatini,
borsette e occhiali; quindi l’Italia è vincente nel campo del cibo e della moda
Tra questi 85 nababbi, manca – oltre al
“povero Berlusconi – qualsiasi traccia dei potenti della politica cinese i
quali, pur discendenti da principi più o meno rossi, hanno accumulato delle
ricchezze ingenti che vengono in parte collocate grazie a banche svizzere (UBS
e Credit Suisse).
Di questi “fortunati” cinesi, se ne parla in
questi giorni particolarmente su due giornali – El Pais e Le Monde – che hanno
addirittura dedicato loro le prime pagine; in pratica questi signori – nel
senso pieno del termine – non fanno altro che dare ragione alla tesi marxista
che già a fine ottocento sosteneva che il capitalismo sarebbe inesorabilmente
culminato in una piramide nella quale la parte alta, cioè la punta, avrebbe
controllato e gestito il mondo intero; questo, naturalmente, prima della
rivoluzione proletaria che avrebbe cambiato tutto.
Nessuno invece aveva allora previsto che la
bizzarra operazione di iperconcentrazione sarebbe avvenuta “dopo” la
rivoluzione russa e cinese, anzi, con il contributo dei suoi discendenti.
Nessuno allora poteva prevedere che il fondo
d’investimento americano Blackrock avrebbe raccolto somme di liquidità pari al
Pil d’un intero paese industrializzato; e ovviamente lì dentro i soldi arrivano
da qualunque parte, forti della massima che “pecunia non olet” e che una volta
investita, il denaro prende un colore diverso e un odore sublime.
Questo è il reale panorama all’interno del quale
si muove anche il nostro naufragante mondo peninsulare che, per il momento è
rappresentato solo dalle sopra citate tre famiglie, ma possono aumentare nei
prossimi anni.
Un pensiero simile, però, non è facile da
realizzare pienamente; al momento dobbiamo accontentarci di file lunghissime di
nostri concittadini contribuenti che sono in paziente attesa di pagare la nuova
versione dell’IMU.
Se ci fosse ancora in vita la buonanima di
Lenin potrebbe indirizzare questa fila di cittadini vessati verso una sorta di
liberazione rivoluzionaria, ma Lenin non c’ è più e quelli che hanno preso il
suo posto non sono certo del suo stesso avviso sotto il profilo operativo.
Adesso sembra quasi che si vada incontro ad
un nuovo ordine mondiale che ha l’evidente aspirazione ad una “res pubblica”
universale e sopranazionale, controllata più o meno direttamente da una
autoselezionata elite che tende ad imporre un pensiero omologato tendente a
dissolvere le identità e le particolarità culturali, politiche e religiose in
una sorta di “pensiero unico globale”.
Uno dei primi atti di questa identità
elitaria è la lotta contro le “identità forti”, difficilmente omologabili alla
cultura mondialista sopra citata, come il cristianesimo cattolico e ortodosso o
l’islam, ritenute strutture “irriducibili”. C’è da avere paura!!