martedì, gennaio 07, 2014
ATTORI NUOVI MA STESSO FILM
Possiamo intravedere la luce oltre il tunnel
che stiamo attraversando da tanti anni? Possiamo dire che il gelido inverso si
trasformerà in una smagliante primavera? Difficile dirlo al momento; l’auspicio
è che non si precipiti in un autunno infinito, un po’ come è accaduto al
Giappone che negli ultimi anni è cresciuto poco o niente.
Il nostro premier Letta ha definito il 2013
appena trascorso, come l’anno che ha visto un forte cambiamento generazionale,
con l’avvento della classe dei quarantenni.
Ma per ora ci stiamo accorgendo di questo
cambiamento, cioè di questo mutamento degli uomini che guidano il Paese? Visto
quello che stava succedendo con i decreti di fine anno – l’ultimo, il salva
Roma è semplicemente scandaloso – con i quali si stanno facendo una serie di
regali agli amici ed agli amici degli amici, sembra proprio che ci sia ancora la DC e il PC, con i socialisti di
rincalzo e i nomi nuovi non appaiono come determinanti per gli auspicati
cambiamenti dello stile della politica.
Adesso tutte le forze politiche stanno
studiando le versioni personali del “Job Act”, cioè – detto in italiano – dei
provvedimenti di legge atti a favorire il lavoro; si assiste a grandi idee,
grandi ipotesi di lavoro, ma nessuno di questi tiene conto che il lavoro non si
inventa ma si attua con provvedimenti che invoglino gli imprenditori ad
assumere, e questo ovviamente darebbe per scontato la ripresa dei consumi.
Con i ritmi attuali e con le prospettive più
attendibili, si possono creare 300-400 mila nuovi posti di lavoro all’anno e,
dato che quelli senza un impiego sono almeno 6/milioni, si fa presto a fare il conto:
i più sfortunati non troveranno uno stipendio nemmeno tra dieci anni e gli
altri dovranno comunque attendere cinque-sei anni per entrare nel mondo del
lavoro.
E in questa situazione assistiamo ai nuovi
“politici delle nuove generazioni” che si baloccano con vecchie cose, come ad
esempio le diatribe sull’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, diatribe che
fanno passare il tempo e permettono ai politici – vecchi e nuovi – di tirare
fuori il meglio delle loro conoscenze e di litigare con gli amici e con i
nemici di sempre.
E non capiscono che è lo Stato che sta
affondando l’Italia, uno Stato enorme, elefantiaco, costoso, iper-burocratico e
che ha al proprio interno degli assurdi privilegi che nessuno intende abolire.
Questo Stato ha logicamente una pressione
fiscale enorme (deve provvedere a campare un sacco di gente) e questa
situazione toglie a chiunque la voglia di intraprendere; e i politici della
“nuova generazione” invece di affondare i denti in questo ventre molle che
fagocita tanto denaro, stanno girando intorno alle normative, ad esempio quella
delle pensioni delle donne, per vedere se è possibile tagliare ancora qualcosa
a coloro che hanno già subito grosse sforbiciate.
Altri, più indecenti, studiano addirittura
l’imposizione di nuove imposte, specialmente a beneficio degli Enti locali,
dove alligna la parte peggiore – se è possibile – della politica, quella fatta
esclusivamente di benefici per amici e amici degli amici, alla faccia del
contribuente e del cittadino.
Insomma, i personaggi – sia quelli principali
che quelli minori – sono in parte cambiati, ma il film che interpretano è lo
stesso di sempre, un film che gli italiani hanno già visto e già bocciato ma
loro non se ne sono accorti, impegnati come sono a fare i propri interessi e
basta.
Ho tanta paura che questo sarà il nuovo
anno!! Mi sbaglio? Speriamo!!