lunedì, dicembre 30, 2013
LA CASTA HA VINTO ANCORA
In questo fine 2013 che – a mio giudizio – è
il peggiore da tanti anni a questa
parte si è avuta l’ennesima riprova che la casta è
più forte di tutti e di tutto; quest’ultima vicenda si riferisce alla vicenda
dei cosiddetti “affitti d’oro”, cioè di una serie di palazzi romani affittati
per cifre mostruose ad uso dei parlamentari e degli amici; un esempio: per
Palazzo Marini, Montecitorio paga 22/milioni di euro all’anno, cioè più di
40/miliardi del vecchio conio.
Ebbene, questi affitti stipulati in epoche di
vacche grasse, avrebbero potuto essere disdetti anzitempo, se solo il
Parlamento avesse messo tale clausola in un decreto in approvazione;
l’iniziativa era a cura del M5S e della Lega, ma ha ricevuto una sorta di impasse
da una serie di parlamentari che si sono posti di traverso all’approvazione.
Forse il provvedimento verrà ripresentato con
la formula della sua inclusione nel “decreto mille proroghe”, uno dei tanti
scamotti che i nostri politicanti hanno inventato per fare soldi alle nostre
spalle.
I Cinque Stelle hanno tuonato contro la casta
che ha trovato il modo di bloccare il loro emendamento contro gli affitti d’oro
e, unitamente alla Lega, restano vigili, sottolineando che se entro fine anno
la facoltà di disdire anticipatamente gli affitti d’oro non sarà reintrodotta,
sono pronti ad azioni anche clamorose.
Per la verità, qualora si volesse veramente
affrontare il problema con un minimo di giudizio, ci sarebbe un modo:
basterebbe applicare direttamente l’articolo 3 del decreto Monti che consente
la facoltà di recesso a tutte quelle amministrazioni incluse nell’elenco ISTAT come tali; e siccome i due rami del
Parlamento ci sono, la cosa si potrebbe definire in questo modo.
E così si potrebbero ridare alla società
Milano 90 – tanto per fare un esempio – Palazzo Marini e altri stabili, tutti
forniti alla Camera dall’immobiliarista Scarpellini a prezzi di locazione assai
alti (in media 500 euro al metro quadro). I costi di tali locazioni sono
talmente onerosi che solo Montecitorio in 18 anni ha tirato fuori 444/milioni
per i canoni d’affitto e quindi l’opzione di acquisto sarebbe più che
giustificata.
C’è poi un affare che forse tiene in mano il
bandolo della matassa: riguarda un palazzo tra Piazza San Claudio e Via del
Pozzetto, affittato nel 1997 dallo stesso immobiliarista alla Camera dei
Deputati per la durata di 9 anni + 9 (al decimo la Camera può recedere) con un
canone altissimo, peraltro rivalutabile
ogni anno.
L’opzione di acquisto non è stata esercitata e quindi si continua
ancora ad andare avanti con lo stesso contratto; ad esso dobbiamo aggiungere
che nel 1999 e nel 2000, sempre nella stessa zona, si è aggiunta una nuova
operazione che, fino al 2010
ha portato nelle tasche del signor Scalpellini la bellezza
di 352/milioni di euro.
Comunque, diamo delle cifre complessive:
negli ultimi 18 anni, lo Stato italiano ha speso 444/miliardi di euro per
pagare gli affitti degli stabili che ospitano gli uffici dei deputati; tale
cifra viene rapportata ad un altra montagna di soldi: ogni anno, per i soli
affitti della Camera, vengono sborsati 22/milioni di euro; mica noccioline!
Curioso l’avvertimento lanciato da M5S
all’intero Parlamento: o sistemate questa indecenza e riapprovate la nostra
norma o comprare cotechino e lenticchie perché vi facciamo trascorrere il
capodanno quà dentro.
Spero di sbagliarmi, ma non vedo come il
Governo – autentico rappresentante della casta – possa sistemare la diatriba
con M5S e contentare questo partito; non ci dimentichiamo che dentro
l’esecutivo c’è quasi tutta la casta; chiaro??