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giovedì, dicembre 12, 2013

CHI PAGA?? 



La domanda del titolo potrà sembrare strana, ma se avrete la bontà di continuare la lettura di questo post vedrete che c’è un senso logico tra quello che c’è sopra (il titoli) e quello che c’è sotto (il contenuto dell’articolo), cioè tra la buccia e la polpa.
La prima cosa a cui mi riferisco è una situazione che – se non fosse da piangere – sarebbe da ridere: qualcuno di voi si ricorderà che nel 2006 andò a sentenza una norma che dichiarava legittima la confisca di alcuni palazzi costruiti nel 1995 sul lungomare di Bari, dalla famiglia Matarrese e considerati da tutti un “ecomostro”, anzi, per la precisione, l’ecomostro di Punta Perotti.
In quella data – ripeto siamo nel 2006 – venne eseguita la demolizione dell’ecomostro di fronte alla stampa di tutta Italia e ad un buon numero di televisioni;i terreni su cui sorgevano i palazzi venivano confiscati dallo Stato e tenuti “ferni” mentre l’Italia sembrava festeggiare un successo ecologico, la famiglia Matarrese, per niente impressionata, si rivolgeva alla Corte Europea dei diritti dell’uomo, con sede a Strasburgo, la quale ha ora stabilito “l’ingiusta demolizione” ed ha condannato lo Stato italiano a rimborsare agli aventi diritto – i Matarrese e gli altri imprenditori facenti parte della cordata che ebbe a costruire i palazzi - la bellezza di 32/milioni di euro.
Ora, mi chiedo e vi chiedo: questa barca di soldi non è probabilmente risolutiva per il bilancio statale, ma sono certo che la pagheranno alcuni pensionati o qualche azienda alla quale non viene concesso l’aiuto desiderato; insomma, chi ci rimette di questa “stupidata”  sarà il solito cittadino che non ha avuto niente a che vedere, e che non ci ha guadagnato niente.
Ed allora, come mai coloro che ebbero a emettere la sentenza iniziale non entrano nella vicenda finanziaria del rimborso; eppure a un uomo semplice come sono io, balza evidente che coloro che a suo tempo decretarono l’abbattimento dei palazzi hanno compiuto una azione non legale e quindi, secondo giustizia, dovrebbero essere chiamati a partecipare al rimborso nei confronti degli aventi diritto.
Sarà che io sono un “semplice”, ma coloro che decidono una azione dovrebbero essere considerati come responsabili dei risultati – buoni o cattivi – della stessa; oppure è troppo semplice per un ministro, un magistrato  o per un alto burocrate?
L’altro caso che sottopongo ai miei amici lettori si svolge a Milano e precisamente sulla Metropolitana ed ha come protagonista involontario un uomo di 65 anni – che chiameremo Giovanni – il quale si trova a viaggiare sul citato mezzo pubblico e che ad un certo momento viene circondato da tre stranieri – probabilmente romeni – che hanno preso a palpeggiarlo, cercando di sfilargli portafoglio e cellulare dalle tasche della giacca (tra parentesi, confesso che analoga brutta avventura l’ho vissuta anch’io e mi ha scosso parecchio).
L’uomo si sente accerchiato, in pericolo, urla, cerca di richiamare l’attenzione di due agenti della “polimetro” e indica i tre che stanno fuggendo; poi si accascia con un tremendo infarto; gli stessi medici del 118 prontamente accorsi tentano di rianimarlo, ma invano; l’uomo muore quasi subito.
Intanto i tre aggressori – di cui due minorenni – sono stati arrestati con l’ausilio delle telecamere a bordo del vagone metro; adesso inizia  l’iter giudiziario di cui tutti noi conosciamo bene la durata. La moglie e i figli del povero Giovanni sono rimasti senza la pensione del congiunto e, prima di rientrare nelle spese e nella situazione ante crimine, passerà molto tempo, se riusciranno a rientrarci; è giusto tutto ciò??

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