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domenica, ottobre 27, 2013

UNO SGUARDO ALL'ESTERO 



Cominciamo dall’America, dove Obama è finalmente riuscito a trovare un accordo con il Parlamento ed a sbloccare la situazione delle erogazioni statali. Obama ha firmato il decreto che riapre 401 Parchi Nazionali, musei, dogane e uffici  rimasti sbarrati durante lo shutdown e saluta i relativi dipendenti con una frase d’effetto: “il vostro lavoro è importante e vi sono riconoscente perché lo avete fatto anche senza stipendio”.
Da notare che il famigerato “Tea Party”, autore della crociata che è costata all’America 24/miliardi di dollari non ha ottenuto niente in fatto di suffragi: secondo i sondaggi ha perduto circa 20 punti percentuali.
Sia chiaro che quanto accaduto adesso è facilmente ripetibile in un prossimo futuro, visto che le condizioni economiche e soprattutto finanziarie sono sempre le stesse: l’agenzia di rating cinese Dagond ha abbassato la valutazione del debito USA da A a A- nonostante il patto tra congresso e Casa Bianca; se pensiamo che il massimo possessore del debito pubblico americano è lo Stato cinese, non si sbaglia a intravedere nella riapertura degli uffici anche un loro intervento per regolarizzare la situazione; in pratica, il discorso che i cinesi potrebbero aver fatto alla Casa Bianca è il seguente: “se continua questa incertezza potremmo prendere in considerazione anche l’eventualità di disinvestire parte del vostro debito pubblico in nostre mani, per sostituirlo con altre opzioni estere”.
L’altro stato che sta vivendo momenti non proprio esaltanti è la Francia, dove le smanie di Hollande per ripulire il territorio dai Rom ha portato all’espulsione di alcuni di loro che stanno diventando una sorta di bandiera/eroina della vicenda.
Si tratta di Leonarda, la quindicenne rom prelevata dalla polizia francese mentre era in gita scolastica in visita alla Peugeot e rispedita a forza in Kossovo, a Mitrovica, città probabilmente di origine della famiglia.
La scena della ragazza fermata in gita scolastica è un misto di assurdo e di tragico: quando il pullman si è fermato su ordine della Polizia, gli studenti hanno visto i poliziotti e hanno chiesto a Leonarda se aveva rubato oppure ucciso qualcuno; lei si è messa a piangere e ha chiesto ai poliziotti dove l’avrebbero portata; le hanno risposto che non poteva restare in Francia e che il padre l’aspettava all’aeroporto dove l’intera famiglia si sarebbe imbarcata su un aereo diretto in Kossovo.
Adesso Leonarda, la quindicenne ragazzina nata in Italia (il padre l’ha confessato solo dopo) è diventata il simbolo della libertà ed è stata presa sotto l’ala protettrice dei liceali francesi che hanno occupato 14 istituti con una manifestazione che ha visto impegnati ben 6/mila ragazzi e che si è conclusa con un fitto lancio di lacrimogeni dopo incidenti, barricate e tentato assalto al provveditorato.
Da Mitrovica, Leonarda implora di poter tornare in Francia: “non voglio restare qui; non conosco nessuno, non parlo albanese, non so neppure una parola di questa lingua, io ho studiato in Francia, la mia vita è in Francia”
La classe politica si è divisa e tutti quelli contrari a Hollande si ritrovano sotto la bandiera di Leonarda; da notare che due turni elettorali attendono i francesi: le elezioni amministrative e quelle europee; i sondaggi danno perdente la coalizione di Hollande, ma c’è ancora tempo per rimediare.
Il ministro degli interni francese mi è apparso come il più “lucido”: “sono un uomo di sinistra, ma serve una politica chiara e ferma in materia di gestione dei flussi migratori” e contemporaneamente ha ordinato un’inchiesta sull’intera vicenda.

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