mercoledì, ottobre 23, 2013
QUALCHE GUAIO PER ANGELA
Ricorderete che qualche giorno addietro (il
26/9) ho osannato la Merkel
per la vittoria nelle elezioni politiche tedesche; l’unico dubbio era sugli
alleati – S.P.D. o Verdi – che avrebbero assicurato la maggioranza assoluta del
Parlamento.
Sembrava una cosa scontata, di routine, e
invece si sta complicando in maniera impensata: le trattative iniziate subito
dopo le elezioni, si stanno prolungando e non è chiaro a chi la Merkel intenda dare la
prima mano, ai socialdemocratici o ai verdi – cioè se sarà una coalizione
rossonera o rossoverde.
La stragrande maggioranza dei tedeschi
sarebbe favorevole ad una riedizione della “Grosse Koalition” (CDU e SPD),
anche se la grande Ammucchiata non è molto amata dalla gente.
Ma temono un patto tra i conservatori della
CDU e gli ecologisti (verdi), operazione già testata nel Baden Wurrtemberg dove
la coalizione ha addirittura espresso un premier “verde”, Winfred Kretschmann
che, come prima iniziativa, ha preso a dialogare con la grande industria.
In questi giorni la Merkel li ha incontrati due
volte, giocando così su due tavoli e tenendo in ansia l’SPD; chiaramente, se la CDU si alleasse con i “verdi”
i socialdemocratici perderebbero uno storico alleato.
A sentire le indiscrezione di questi
colloqui, i verdi – pur di tornare al governo – sembrano disposti a cedere
quasi su tutto e verrebbero gratificati dal Ministero degli Esteri che fu a
lungo del loro leader Joschka Fischer; comunque sia, l’ultimo annuncio è stato
lapidario: colloqui finirti, nessun accordo; pero mai dire mai!
L’Spd sembrerebbe diviso: c’è chi vorrebbe
costringere la Merkel
a fare un governo di minoranza, un dispetto che costerebbe caro; in concreto:
alcuni nel partito socialdemocratico si comportano come se “non” avessero perso
le elezioni e pretendono troppo.
Sarebbero disposti a rinunciare al Ministero
degli Esteri – che ormai conta poco – e puntano sulle “Finanze”, ma il Ministro
Schauble non intende farsi da parte e la Merkel non vuole lasciare il controllo dell’euro
in mano ad un alleato di cui non si fida ancora completamente.
Se l’Sdp alza troppo la posta, rischia di
perdere il piatto, ma il presidente del partito – Sigmar Gabriel – è convinto
di giungere alla meta; con Angela s’intende da anni e non ci dovrebbero essere
problemi che invece potrebbero presentarsi nei confronti dei compagni riottosi.
Ha già rinunciato all’aumento delle tasse e
per quanto riguarda il problema del “salario minimo” (8,5 euro l’ora) è pronto
un compromesso: ogni settore produttivo decida per conto suo.
Anche a Berlino, la stessa parola d’ordine
che viene citata a Roma: basta salvare la faccia, poi si vedrà!
Questa situazione della Merkel che può
attingere a due partiti per formare il governo, mi richiama alla memoria una
frase di Andreotti: quando in paese ci sono due forni, il pane costa meno ed è
migliore, come a dire che quando un premier può rivolgersi a due forze
politiche, è in grado di compiere una duplice operazione: da una parte metterli
in competizione l’uno con l’altro e dall’altra ottenere da loro le migliori
condizioni possibili, stante la situazione di concorrenza che si apre. Dobbiamo
riconoscere che Andreotti è stato un precursore in “quasi” tutto!!