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venerdì, ottobre 11, 2013

NON E' UN PAESE PER VECCHI; O NO?! 



Il titolo del post discende da un film del 2007 realizzato dai  fratelli Cohen che ha vinto 4 Oscar (miglior film, migliore regia, migliore sceneggiatura non originale e migliore attore non protagonista; nella stessa annata ha vinto anche 2 Globi D’Oro, uno per la sceneggiatura ed uno per l’attore Javier Bardem.
La tematica del film non ha molto in comune con il problema che tocco con questo post, ma lo sfiora e basta; qui di seguito cercherò di rappresentare la vita del “vecchio”, partendo dal fatto che è brutta la terza età, figuriamoci la quarta; al tirare delle somme, l’Italia è un Paese di vecchi – più di un terzo della popolazione – ma non è per loro.
Secondo una classifica dell’ONU, i migliori Paesi per gli anziani sono la Svezia, la Norvegia e la Germania, mentre l’Italia è solo al 27esimo posto; per chiarire, gli USA sono all’ottavo, il Regno Unito al tredicesimo, mentre India e Russia sono molto in basso (dopo l’Italia) e per ultimo viene l’Afghanistan,
Diamo qualche cifra che chiarisca la classifica: l’Italia nel 2012 ha 16,4 milioni di ultrasessantenni; questi, nel 2050 saranno il 40% della popolazione; sempre nel 2050 gli ultraottantenni passeranno da 6,2 milioni del 2012 ai 12,9 milioni.
Questo testimonia che il nostro è tra i Paesi più longevi del Mondo, con una durata media della vita di 85 anni e questo è un punto a nostro favore, insieme alla rete di sicurezza familiare ed alle garanzie per la salute, oltre ad una certa sicurezza economica.
E come si comporta il vecchietto alle urne? In Italia, lo sappiamo bene, i voti non si contano ma si pesano e quelli dei pensionati sono tremendamente leggeri, come delle piume; usciti dal ciclo produttivo, non hanno più voce in capitolo per le varie situazioni che li affliggono e anche se l’avessero, pochissimi l’ascolterebbero.
Gli unici poteri di contrattazione che sono rimasti ai “nonni”, sono il rifiuto delle proprie prestazioni come baby sitter e modulare le mancette ai nipoti a seconda del momento ed alla pensione ricevuta.
Eppure, in questi ultimi anni, senza il loro consenso, le “pantere grigie” sono diventate una categoria da invidiare; un tempo la parola “pensionato” era considerata spregiativa, oggi significa invece, anzitutto la certezza di un’entrata mensile sicura e poi ci sono tante situazioni in cui queste pantere grigie la fanno da padrone: lo sapete che Gino Paoli, cantautore ma anche deputato per cinque anni, percepisce una pensione di 2.019,51 e Scalfari porta a casa una pensioncina da ex deputato di 2.162,52 euro; e che dire della pornostar Ilona Staller – in arte Cicciolina – portata in Parlamento dal prode Pannella, la quale si becca circa 2 mila euro al mese e Vittorio Cecchi Gori, ne prende addirittura 3.086, molto meno di due imprenditori prestati per pochissimo alla politica: Merloni prende 5.717 euro e quel “poveraccio” di Benetton 2.191;potrei continuare, ma credo che abbiate capito il succo del problema!!
Agli occhi di tanti giovani superprecari, il cui arco di previsione temporale arriva a malapena al trimestre, il miraggio di un vitalizio appare più faraonico dei privilegi.
Un tempo derisi e compatiti, oggi i pensionati suscitano soprattutto gelosia e una mal dissimulata insofferenza: il loro trattamento non sarà “mai” paragonabile a quello dei vegliardi svedesi ma neppure ad un nonnetto italiano; ed un quarantenne italico, in cerca di prima occupazione, quando pensa alla futurissima pensione, lo considera un beneficio da dinastia babilonese e cessa di pensarci; chiaro il concetto??

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