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giovedì, ottobre 17, 2013

ANALFABETI DI RITORNO 



Prima di parlare della condizione della nostra “cultura di massa”, voglio cominciare da alcuni ricordi che – a testimonianza della mia non più verde età – mi ritornano alla memoria e mi danno, da una parte gioia e dall’altra tristezza.
Per esempio, il ticchettare del lampeggiatore con la macchina ferma ad un semaforo, mi ricorda l’analogo rumore di una vecchia sveglia che era nella mia casa di ragazzo e questo mi riporta indietro nel tempo alla riscoperta di alcuni “odori” tutti ovviamente mentali: per esempio l’odore dolciastro del latte appena munto e quello dei campi dopo che era stata falciata l’erba.
E poi una cosa che mi è rimasta nel naso e non mi vuole andare via, nonostante il tanto tempo trascorso: l’odore della pelle delle ragazze di allora, privo di qualunque “aggiunta” sia essa di profumo o di qualche pomata; ci mandavano in estasi e a questo si aggiungeva l’odore dei capelli appena lavati con quel profumo acidulo dello shampoo di una volta.
Anche i film sono uno splendido veicolo per ricordare cose del passato: in “Roma” di Fellini riviviamo lo scampanio della domenica di Pasqua che si accompagnava alla benedizione del Papa che ci perveniva da un Phonola a cinque valvole.
E il ristorante all’aperto, con i tavolini che rasentano le verghe del tram; il modo di mangiare, la clientela che diventa comunità, in cui si mette insieme tutto quello che ci riguarda, cose buone o cattive.
Ma quelli che adesso sono “i noi del passato”, vengono definiti dai tedeschi che hanno organizzato la Fiera del Libro di Francoforte, degli “analfabeti di ritorno” e questo la dice lunga.
A Francoforte si è riversato tutto il meglio dell’editoria mondiale e noi italiani ci siamo distinti anzitutto per l’assenza del nostro Ministro della Cultura (“c’è una riunione di governo”) che, del resto negli ultimi cinque anni non è mai stato visto, a differenza di quelli degli altri Paesi europei e sudamericani.
Il tedesco “Die Welt” afferma che a noi italiani non riesce più scrivere e neppure leggere; stiamo precipitando nell’analfabetismo di ritorno; i libri sono sempre meno letti e conseguentemente meno editi; meno 7% nel 2011, meno 8 per il 2012 e meno 6 per il primo semestre del 2013; in totale si è perso il 20%.
I politici si salvano sostenendo che il futuro è l’ebook, ma non sanno neppure di cosa parlano; per quanto mi riguarda, trovo assolutamente impossibile leggere un libro ad uno schermo elettronico; sarà la mia età, ma non posso togliere il legame tra lettura e carta, elementi entrambi inscindibili per noi che abbiamo letto per studio ma anche per diletto.
In Brasile – Nazione ospite d’onore di quest’anno – il consumo dei  libri è aumentato dell’11% nonostante che lo stipendio della classe media (cioè quella che legge i libri) sia all’incirca la metà del nostro.
Ma lo Stato non è interessato a questa forma di erudizione; per la normale amministrazione c’è la televisione che provvede a fornire ai poveri telespettatori quanto possa loro occorrere per fare la loro figura nel mondo di “analfabeti”; se poi vogliamo ricordare e veleggiare nel mondo dei ricordi, come non riferirsi ad una cosa che è stata molto determinante nell’immediato dopoguerra: “Non è mai troppo tardi”, la trasmissione televisiva fatta per cercare di estrarre dalla posizione di analfabeti quanti più possibile; non c’è più!! Ora basta con i ricordi e torniamo alla realtà!!

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