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mercoledì, settembre 18, 2013

ZIBALDONE N.9 



Sta cominciando a imperversare l’autunno, con le sue piogge e l’abbassamento della temperature, ma le notizie sono abbastanza “simili” a quelle del solleone; a dimostrazione che sotto il nostro cielo non cambia molto, sia che faccia caldo o freddo. Vediamo le notizie cui mi riferisco.
LA PRIMA si riferisce a quanto accaduto in un piccolo paese in Provincia di Lucca: abbiamo una azienda di piccole dimensioni, una diecina di dipendenti addetti alla fabbricazione di scarpe; all’inizio dell’estate – in giugno – i dipendenti concordano con la proprietà di adottare la C.I.G. (Cassa integrazione guadagni) per i mesi di luglio e agosto; trascorsi questi due mesi, cioè i primi di settembre, i dipendenti si presentano regolarmente al lavoro ma trovano lo stabilimento chiuso ermeticamente; il titolare è sparito e non risponde al cellulare.
Un dipendente più intraprendente degli altri, prova a sbirciare all’interno del capannone sprangato e il risultato e disarmante: è desolatamente vuoto, niente scrivanie, niente macchinari, sparito anche il condizionatore; è a questo punto che a tutti risulta chiara la situazione: il titolare ha venduto tutto o lo ha trasferito in qualche altro Paese e non ha avuto il coraggio di dire ai dipendenti: “scusate ragazzi, ho venduto e ho chiuso tutto; mi dispiace ma siete tutti  licenziati”.
Alcune ore più tardi appare sui vetri dell’edificio un cartellone bianco che reca questa indicazione: “affittasi, mq 500, capannone industriale con uffici”.
Torniamo ai motivi;  ha venduto tutto e se ne è andato, lasciando nella merda dieci famiglie di un piccolo paese toscano; mi chiedo e vi chiedo: c’è una legge che possa sanzionare un simile comportamento? Temo proprio di no e quindi anche in questo caso c’è il principio “chi ha avuto ha avuto”. Ma vi sembra giusto??
Oppure esaminiamo il caso del trasferimento all’estero di tutti i macchinari e strutture varie; anche in questo caso non credo che ci sia niente di ostativo a questo comportamento desolatamente squallido e allora propongo io una piccola normativa: chi trasferisce all’estero la propria azienda, venga obbligato anche a vendere all’estero i prodotti realizzati; mi chiederete in che modo: semplice, quando arrivano in Italia li rimandiamo al luogo di origine e basta. Vi sembra chiaro e soprattutto vi sembra giusto?
LA SECONDA prende l’avvio da una notizia che mi ha fatto sobbalzare: nella Repubblica Popolare Cinese è stato raggiunto il numero di 315 persone che hanno un patrimonio superiore al  miliardo di dollari; questa categoria di “ricchi” è aumentata dallo scorso anno di 64 unità, a dimostrazione che da quelle parti la crisi non ha dato fastidio; il “Paperone” cinese è tale Wang Janlin, presidente del gruppo Dalian Wanda, che ha un patrimonio di 22 miliardi di dollari.
Lo sapete già, ma mi piace ricordarvelo: in Cina abbiamo un regime “comunista”; per completezza d’informazione, vi fornisco una definizione di “comunismo”: dottrina politica, economica e sociale fondata sulla proprietà non individuale ma “comune” dei beni esistenti e dei mezzi di produzione; una volta si diceva che “la proprietà è un furto”, ma evidentemente ne è passata di acqua sotto i ponti da allora ad oggi!!
Tra questi ricconi ci sono anche delle donne: la regina dell’immobiliare Wu Yajun è scesa dall’ottavo al ventiduesimo posto dopo che il suo divorzio le è costato la bellezza di 3/miliardi di dollari, l’accordo di divorzio più costoso mai avvenuto a favore di un ex marito.

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