martedì, settembre 24, 2013
LAVORARE MENO, LAVORARE TUTTI
Lo slogan del titolo era una delle massime
storiche inventate dalla sinistra all’epoca del boom economico, ma non ha avuto
molta fortuna sia in Italia che nel resto d’Europa (non parliamo degli Stati
Uniti).
Al giorno d’oggi, stante la crisi imperante,
lo slogan andrebbe modificato in “lavorare troppo, lavorare in pochi”, e con
questo si farebbe una discreta fotografia a quello che succede nell’attuale
mercato del lavoro.
Ma quale sarebbe il motivo per cui ho introdotto
questi due slogan? Semplice: a Londra un ragazzo di 21 anni di nazionalità
tedesca, studente dell’Università del Michigan, era a Londra per fare uno stage
presso la Bank
of America ed è stato trovato morto sotto la doccia, nel pensionato dove
viveva; sembrerebbe che il ragazzo sia morto “di lavoro”, dato che era stato in
ufficio 72 ore di fila in tre giorni.
A prima vista sembra una balla, o meglio uno
scamotto per arraffare i soldi dell’assicurazione quando invece il giovane è
morto per qualche problema pre-esistente, ma l’evento ha come scoperchiato un
grosso pentolone che bolliva e da questo ne sono scaturite varie informazioni
che chiamarle raccapriccianti è dire poco.
Un ex dipendente di una Banca d’investimento
della City britannica ha confermato che i tirocinanti possono arrivare a
lavorare 14 ore filate al giorno, con un monte ore complessive settimanali di
100-110 ore lavorate; è chiaramente un modo di lavorare allo stremo delle
forze, ma è quanto viene loro richiesto e, se non esegui, ne vengono tratte
delle considerazioni non positive.
Un ventenne si è confidato con un giornalista
dell’Evening Standard ed ha detto: “semplicemente sgobbi per tutto il tempo che
ti chiedono di sgobbare”; il momento più tragico è quello che chiamano “il
percorso magico”, quando cioè alle 7 del mattino il taxi che ti porta a casa aspetta
il tempo di una doccia e di un cambio di vestiti e ti riporta in ufficio”. Questa
frase pronunciata da un giovane è un autentico manifesto contro lo sfruttamento
che viene perpetrato a danno di coloro che hanno un disperato bisogno di
lavorare; ma non si creda che questo avviene solo in Europa, perché anche sull’altra
sponda dell’Oceano gli stagisti non sono meno sfruttati; questa estate sono
fioccate negli Stati Uniti, una serie di
ricorsi di giovani che denunciano orari lunghissimi e, per di più senza
salario. Ne è nata una campagna chiamata “Fair Pay Campaign” (campagna per una
giusta paga) arrivata fino alla Casa Bianca, accusata di non pagare i suoi
tirocinanti.
Il leader di questa campagna, Mickey Franklin
ha così dichiarato, a proposito di quest’ultima denuncia: “non crediamo che la
Casa Bianca possa, in buona fede, parlare
di aumentare il salario minimo ed allo stesso tempo avere personale non pagato”;
ed ha aggiunto: “il fatto di chiamare qualcuno “stagista” non significa che si
possa aggirare la legge” e, aggiungo io, la buona creanza.
Ma parliamo di soldi, per coloro che li
prendono: il ragazzo tedesco morto a Londra lavorava 14 ore al giorno e
guadagnava 3.000 euro; in apparenza sembrano molti soldi, ma non dobbiamo
dimenticare che in quella città l’affitto di un monolocale costa 1.800 euro e
quindi se aggiungiamo gli altri “costi”, come mangiare e vestirsi, comprendiamo
perché il giovane dormiva in un ostello.
Siamo quindi in presenza di una stridente
contraddizione: “pochi che lavorano troppo” contrapposti ai “troppi che
lavorano poco, o addirittura mai”; sembrerebbe il frutto di un sistema senza
governo; ma forse non è così; è addirittura peggio!!