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giovedì, settembre 12, 2013

LA CINA ALLERGICA ALLA DEMOCRAZIA 



Un documento segretissimo del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese recante il numero 9, è finito nelle mani dei mass-media occidentali che, dopo essersi ripresi dalla sorpresa, lo hanno pubblicato, facendo così sorgere un vespaio di accuse e ritorsioni che non sappiamo se e quando finirà.
Cosa dice il documento? Elenca 7 punti che sono imprescindibili nella condotta di un buon “comunista cinese”; il primo afferma un deciso “no alla democrazia occidentale basata sulla costituzione”, il secondo ribadisce un secco “no ai valori occidentali che si definiscono universali”, il terzo si riferisce ai diritti umani e manda un secco “no alle libertà individuali esercitate senza controllo”.
Tiriamo un momento il fiato e diciamo subito che – quasi a metà di questo documento – possiamo dire che è l’antitesi di quello che vige nelle società occidentali; o mi sbaglio?
Continuiamo con questo documento: il quarto punto si riferisce ai “media” indipendenti e afferma che “la libertà di stampa mette a rischio il partito ed il governo”, il quinto è relativo alla partecipazione della gente e manda un secco “no alla presenza della società civile nella vita politica del Paese”, il sesto punta il dito contro il cosiddetto neo.liberismo e afferma un categorico “no al libero mercato e alla riduzione del peso dello Stato, il settimo, ed ultimo, si riferisce alle critiche al partito e dichiara un categorico “no alle critiche sul passato del partito comunista”.
Da una prima lettura globale del documento, si ha la conferma che sarebbe assurdo aspettarsi riforme politiche in Cina, anzi il partito detta la lista dei “sette” pericoli che potrebbero minacciare la solidità del sistema politico cinese.
Del resto, in quello che è uscito dal Comitato Centrale del partito, c’è una logica stringente: andare incontro alle richieste di democrazia, trasparenza, governo della legge e dell’economia, minerebbe il monopolio sul potere che detiene il partito.
Per quanto riguarda il settimo punto della lista, la posizione fondamentale del Partito rispetto agli errori passati è che le azioni del Partito sono sempre corrette perché il Partito corregge i suoi stessi errori: se non fosse da ridere sarebbe da piangere!
I meccanismi politici usuali sono già stati messi in moto con una serie di campagne ideologiche e propagandistiche affinché le decisioni del Comitato Centrale siano ben chiare alla popolazione e nessuno pensi di potersi far trasportare da velleità di democratizzazione.
Ovviamente, il partito attribuisce l’aumento di questo tipo di ambizioni tra la popolazione a un complotto occidentale volto a sovvertire e destabilizzare la Cina; l’ambizione di democrazia, trasparenza eccetera, riflette uno scarto enorme con le aspirazioni dei cittadini cinesi.
Insomma, nel documento n. 9 si afferma con decisione che le forze occidentali ostili alla Cina e i dissidenti, si infiltrano costantemente nella sfera ideologica; da qui l’intensificarsi degli sforzi del governo cinese per bloccare ogni forma di dissenso, soprattutto se espresso on-line. Ed infatti, due militanti a favore dei diritti umani (terzo punto del documento), sono stati arrestati nelle ultime settimane.
Alcuni osservatori occidentali avanzano anche l’ipotesi che il contenuto del documento n. 9 sia una mossa propagandistica per far fronte all’irritazione dell’opinione pubblica cinese scossa dai continui casi di corruzione politica ed anche per replicare alle sfide poste dai progressisti cinesi, impazienti di vedere realmente realizzate le riforme.

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