mercoledì, settembre 25, 2013
IL TRIONFO DELLA MERKEL
Angela Merkel ha vinto le elezioni in
Germania e sarà per altri 4 anni alla guida della politica tedesca e, di
conseguenza, di quella europea; per la verità, la grande Angela aspirava a
governare in solitudine ma dovrà mettere in piedi una nuova “grande coalizione”
visto che il suo 42% non le consentirà di governare da sola.
Eppure, nonostante i tanti successi, in
patria non è molto amata; sarà forse per quella sua mania di fare tornare i
conti, ma, i tedeschi non la amano, ma la votano, perché da persone
intelligenti quali sono, si rendono conto che i suoi successi portano il
benessere al popolo tedesco.
In Italia, c’è sempre stato lo slogan anti
Merkel, colpevole ai nostri occhi di avere imposto la politica di austerità
che, secondo la maggioranza degli italiani, sarebbe la fonte di tutti i nostri
guai; ma mentre critichiamo la cancelliera, i nostri giovani emigrano a Berlino
in cerca di una possibilità di lavoro per il loro futuro; ma non siamo soli in
questa emigrazione: anche spagnoli, greci e francesi, fanno parte di queste
colonie di giovani che cercano fortuna all’estero.
Ma cosa ha di particolare la Germania per essere
diventata la locomotiva d’Europa? La riunificazione delle due germanie derivate
dalla sconfitta bellica, generò due cose: da un lato la germanofobia degli
altri popoli, la sua demonizzazione dalla quale riaffiorano stereotipo e
malevoli giudizi, dall’altra la forza dell’economia tedesca: basti pensare che
la riunificazione delle due germanie fu concessa dalle potenze vincitrici della
seconda guerra mondiale in cambio della rinuncia al troppo forte Deutche Mark;
ed ora che ci ritroviamo con l’euro, dobbiamo ammettere che da loro funziona e
da noi – e in tante altre parti d’Europa – no.
Sia chiaro che per la ricostruzione della DDR
(la Germania
proveniente dal blocco sovietico), la Germania consumò gran parte del suo potenziale
economico, diventando una sorta di fanalino delle nazioni europee; vediamo che
sono stati sufficienti poco più di una dozzina di anni per ridiventare la
nazione di testa.
Ma cosa ha fatto la Germania? Ha messo in
campo una vera e propria “austerità”; a questo proposito, nessuno dei nostri
tanti “economisti”, critici implacabili dell’austerità tedesca, si ricorda che
più di tre decenni fa, Enrico Berlinguer lanciò la proposta dell’austerità come
chiave culturale e politica per costruire un nuovo modello di sviluppo fondato
sulla sobrietà, il superamento delle disuguaglianze, contro il consumismo
smodato e il modello produttivo iniquo.
La sinistra mediterranea, a cominciare da
quella italiana, evidentemente è ormai orfana della sua stessa tradizione
popolare e culturale; comunque sia, questa ricetta – più o meno aggiustata ai
tempi ed ai luoghi – è diventata il vessillo che ha permesso alla Merkel di
stravincere le elezioni ed ai tedeschi di conoscere un periodo di ricchezza
difficilmente riscontrabile nella loro storia moderna.
Ma anche da noi ci sono delle rivoluzioni
culturali: “Striscia la
Notizia”, lo show ideato da Antonio Ricci, ha annunciato che
alla ripresa delle trasmissioni le “veline” saranno sostituite dai “velini”,
due giovanotti, che vengono definiti “belli con l’anima” (non so cosa voglia
dire e quindi vi passo questa definizione così come l’ho trovata).
Questo cambiamento “epocale”, che comporterà
grosse novità nella politica culturale italiana, discende da un’antica promessa
di Ricci: quando la RAI
eliminerà Miss Italia, noi elimineremo le Veline. La trasmissione avrà anche
una imitazione molto attesa: Dario Ballantini nei panni di Papa Francesco: è la
prima volta per un pontefice!!