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domenica, settembre 08, 2013

IL DOPO FESTIVAL 



Sono rientrato da pochissimo dalla quindicina di giorni trascorsi a Venezia dove ho seguito la 70° Mostra del Cinema e mi rimetto subito in contatto con i miei amici per raccontare loro quanto ho visto e sentito nella città lagunare.
Anzitutto due notizie sull’andamento del Festival:
Il leone d’oro per il miglior film è stato assegnato ad un film italiano – dopo 4 anni di astinenza – e questa è già una cosa buona di per sé; si tratta dell’opera di Gianfranco Erosi dal titolo Sacro GRA, dove quest’ultima parola sta per “grande raccordo anulare”; infatti, si tratta di un docu-film sulle persone che abitano nella zona della grande arteria romane che diventano attori interpretando se stessi.
Il film è molto ben fatto, realizzato con amore e con devozione per la macchina da presa, ma – come dicevo sopra – non è propriamente un film ma un documentario nobilitato da alcuni aspetti della vita dei singoli personaggi. Nell’articolo che ho scritto dopo averlo visto nella proiezione per la stampa, ho avuto parole di elogio per il regista e per “l’ideatore” di questo  film, Niccolò Bassetti che dopo aver raccolto molto materiale sulle famiglie da “utilizzare”, ha messo tutto questo materiale in mano a Rosi che ha raccolto bellamente il testimone.
Io, personalmente, avevo prescelto un altro film: Philomena, realizzato dall’inglese  Stephen Frears e interpretato da due splendidi attori: Judi Dench e Steve Coogan; anche gli spettatori più disattenti, si ricorderanno che lì’interprete femminile è diventata famosa per avere interpretato più volte il “capo” di 007, fin dai tempi di  Sean Connery.
A questo film è stato invece assegnato un altro premio: quello per la migliore sceneggiatura alla coppia Steve Coogan e Jeff Pope.
Che altro c’è da dire sulle due settimane veneziane? A occhio, cioè senza essere in possesso dei dati ufficiali, l’afflusso di gente – sia quelli della stampa che i frequentatori “paganti” – mi è sembrato in linea con l’anno scorso.
Le tematiche dei film in concorso e non, hanno spaziato in lungo e in largo, ma sempre facendo perno su argomenti pruriginosi, come la prostituzione, anche minorile, e l’omosessualità, anche quella tra giovani e vecchi.
Non mi scandalizzo per questi argomenti, anche perché scandalizzarsi è da vecchio e io non voglio “apparire” tale, ma mi da fastidio che l’argomento scandaloso diventi l’unico elemento su cui discutere circa la riuscita del film; cioè, stante le scene scandalose, avevano senso ed erano necessarie per rappresentare la tematica che l’autore intendeva esporre oppure è stato solo voglia di “stupire” o meglio, di invogliare la gente a comprare il biglietto??
Da un punto di vista delle strutture dell’accoglienza – cinema e locali di servizio – non mi sembra che ci siano state novità clamorose; piuttosto voglio spendere una parola di riconoscenza a quei giovani che si prodigano per fare in modo che le cose vadano tutte lisce: sono dei giovanotti assunti “a termine” che alla fine del Festival tornano a “non fare niente” e questo dispiace.
Il prossimo anno avremo la settantunesima edizione di questa mostra che, ritengo essere la più longeva d’Europa; speriamo di esserci anche allora e soprattutto di esserci con le gambe buone e con la testa a posto, altrimenti è preferibile rimanere a casa propria.
Chiedo troppo? Forse, ma quando siamo a chiedere meglio abbondare, tanto ci pensagli gli altri a fare i tagli..

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