martedì, agosto 20, 2013
STIAMO IMBARBARENDOCI TUTTI
Mi scuso nuovamente se ritorno sulla violenza
verso le donne, ma se aprire un qualunque giornale, vedrete che le notizie di
donne uccise da mariti o compagni o semplicemente ammiratori, la fanno da
padrone su tutte le altre, comprese quelle che si riferiscono alla drammaticità
della situazione economica del nostro Paese.
Ed ecco perché mi viene spontaneo ritornare
sull’argomento, anche se le cose da dire, probabilmente, sono già state dette
tutte e certo la mia voce non può essere
più potente di quelle ben più eclatanti dei nostri “opinion leader”.
Posso aggiungere un particolare: quando
facevo l’Università, ricordo che il professore di diritto ripeteva molto spesso
che il Beccarla afferma, con forza, che ogni delitto apre una ferita nel
tessuto della società e che è compito della legge e di chi la applica sanare
questa sorta di ferita attraverso le pene; non mi sembra che stiamo seguendo le
teorie del Beccarla, se mettiamo in libertà gli assassini dopo poco tempo.
L’ultimo di una lunga serie di crimini che
hanno “offeso” la nostra società è l’uccisione della trentunenne Lucia,
responsabile “benessere” di uno chalet a Madonna di Campiglio messa in opera
dal fidanzato della ragazza, un avvocato 45enne che dopo l’omicidio ha guidato
per varie ore con il cadavere della donna nell’auto, fino a quando non è stato
fermato e arrestato.
Quale il motivo di tanta barbarie? La povera
Lucia aveva lasciato l’avvocato per un altro uomo; la cosa ha rinfocolato
nell’avvocato il concetto di “proprietà” e di “lesa maestà”; e tutto è finito
nel peggiore dei modi.
Nell’auto dell’omicida sono state trovate
alcune lettere dirette alla donna ed ai genitori in cui si preannuncia in forma
chiara il barbaro assassinio della ragazza; ed ecco come funziona la nostra
società: gli avvocati della difesa hanno subito sbandierato ai quattro venti
che queste lettere, per il fatto di non essere state spedite, non
rappresentavano un indizio di premeditazione (forte aggravante in Tribunale).
E qui si aprirà un dibattito non solo tra gli
addetti ai lavori ma anche nell’intera opinione pubblica tra i fautori della
premeditazione e i contrari; forse, a mio giudizio, credo che sarebbe più
opportuno discettare sulle motivazioni che stanno portando la nostra società ad
un progressivo imbarbarimento.
A questo proposito posso gettare alcuni
sassolini nello stagno della libera interpretazione: ricordiamoci che siamo un
Paese in cui ognuno si sente autorizzato ad insultare nel modo peggiore
chiunque non la pensi come lui; un Paese in cui le donne sono considerate come
oggetti di proprietà, prive di anima e di volontà propria; in sostanza, il
concetto “inconscio” dell’uomo odierno è: “osi rifiutarmi? E allora non sarai
di nessun altro!”.
Con la nuova normativa sul cosiddetto
“femminicidio” in corso di approvazione, sarà fatto un passo importante, ma
ricordiamoci che la norma, qualunque essa sia, non potrà mai essere esaustiva
del problema che, a mio giudizio, è di carattere “culturale”.
Dovremmo abbattere venti e più anni di
imbarbarimento culturale, dove il forte può fare tutto quello che vuole a danno
del più debole e dove la considerazione della donna è ancora misconosciuta;
sostituire tanti anni di tv spazzatura e di dibattiti televisivi all’insegno
dell’insulto, con i telespettatori che vi partecipano come tifosi calcistici,
con trasmissioni ragionate dove il telespettatore può giudicare serenamente il
migliore e non il più forte o il più furbo; in sostanza dovremmo dare il via ad
una nuova rieducazione socioculturale; vi sembra possibile? Mah, Io ne dubito!!