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domenica, agosto 25, 2013

ED ORA ANDIAMO A VENEZIA 



Come tutti i fine agosto, da una ventina d’anni a questa parte, interrompo il mio colloquio con gli amici lettori per occuparmi di un’altra storia: vado a Venezia per seguire – da giornalista, ovviamente – la 70esima Mostra del Cinema; vi do un’anticipazione di quello che “succederà” al Lido di Venezia.
La parola crisi ormai fa parte di ogni discorso e quindi non poteva mancare da questa presentazione della prossima Mostra del Cinema di Venezia, la 70esima per la cronaca; sembra che ci sia una sorta di legame tra la situazione creata dalla crisi e il fatto che molti dei film presentati si rifacciano a questa situazione; se sarà un bene intingere la penna nella realtà ve lo dirò quando tornerò da Venezia.
Anzitutto un dato: la Mostra inizia il 28 agosto e termina il 7 settembre, i soliti undici giorni di sempre, quindi – almeno per la collocazione dei film – sembra che non cambi molto. Però i film, almeno quelli in concorso, aumentano rispetto a quelli dell’anno scorso: 18 contro 20 e questo è un bel segno, certamente non di crisi.
Ed allora vediamoli questi film “in concorso”: tre sono italiani: “L’intrepido” di Gianni Amelio, con Antonio Albanese,  “Via Castellana Bandiera” di Emma Dante e “Sacro GRA” documentario di Gianfranco Rosi; e quest’ultimo film mi porge la palla per parlare di un fatto nuovo: un documentario sul grande raccordo anulare in gara per il Leone d’Oro; finora non si era mai verificato. Dei tre, diciamocelo chiaramente, quello che ha più possibilità è certamente il lavoro di Gianni Amelio, sia per la statura del regista e sia per la sua consuetudine al red carpet veneziano, dove ha conquistato l’ultimo leone d’oro italiano, nel 1998 con “Così ridevano”.
Ma tra le presenze italiane quella che è più “stuzzicante” è quella di Emma Dante, regista teatrale approdata da poco al cinema, una delle donne più stimolanti dello  spettacolo italiano; nel cast anche Alba Rohrwacher : a entrambe i miei auguri.
Un altro film sicuramente interessante è quello di James Franco, “Child of God”, mentre il film d’apertura, fuori concorso, “Gravity” punta sul 3D e su due star come George Clooney e Sandra Bullock, quest’ultima  per la prima volta al Lido.
Insomma Antonio Barbera, dopo avere visto (ovviamente con i collaboratori) 3.470 film a fronte dei quali ne ha scelti 54, afferma, con decisione, che alla Mostra “si vedrà un cinema che riflette la crisi che stiamo attraversando, con la sua negatività senza prospettive; “non ci sono segnali positivi, di ottimismo, ma solo grande sofferenza e conflitti sociali, etnici, religiosi e familiari; nessuna immagine consolatoria della realtà”.
Purtroppo, una cosa che non amo:  prosegue la “moda” dei film molto lunghi, eccessivamente lunghi: il film tedesco “The Police Officer’s wife” del tedesco Groning tiene gli spettatori a sedere per quasi tre ore (175 minuti), mentre il nuovo “Heimat”, pure tedesco, ci tiene a sedere per tre ore e mezza (225 minuti); mi sembra una moda che non rende, neppure al botteghino, dato che mette in difficoltà anche le strutture che lo devono proiettare e non sanno come sistemarlo.
Il manifesto ufficiale della 70°.Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (lo potete vedere in copertina) è stato realizzato da Simone Massi ed è un omaggio al cinema di Theo Anghelopulos (“L’eternità e un giorno”) e a quello di Federico Fellini (“E la nave va”); una particolarità dell’autore: non si serve di computer ma realizza tutto a mano, “a passo uno”, su carta, attraverso l’uso di matite, carboncini, gessetti, pastelli e china; insomma per un film di 8 minuti possono occorrere anche 2 anni e mezzo di lavoro….
Allora, arrivederci a metà settembre o giù di lì, quando rientro e vi racconto tutto.

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