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domenica, agosto 04, 2013

ANCORA OMOFOBIA 



Credo che si stia raggiungendo dei livelli di omofobia che ancora non conoscevo ma che, se visto con l’occhio di un uomo, fanno veramente paura.
Il primo caso riguarda una donna di 38 anni che chiameremo Anna, che è andata via di casa per salvare le sue bambine e se stessa, ma che è stata raggiunta al ristorante dove lavorava dal marito infuriato che, armato di pistola, l’ha crivellata di colpi, unitamente ad un altro uomo che si trovava nel locale, Salvatore, creduto l’amante della donna; dopo questa prima “bravata” il marito si è puntato la pistola in bocca e si è sparato.
Contro il marito, la nostra Anna aveva presentato due denunce per stalking, l’ultima delle quali risale al 22 luglio, entrambe corredate dalle registrazioni telefoniche di chiarissime minacce di morte che l’uomo aveva fatto a lei ed alle due figlie piccole.
La vicenda prima del tragico evento è quasi la stessa di tutti gli altri: si comincia con i litigi e si passa in breve alle botte, con la presenza dei figli a rendere le cose ancora più gravi; ed è stato proprio per tutelare loro che Anna ha abbandonato il marito e se ne è tornata a vivere con i genitori: tra i due coniugi si stava interponendo Salvatore, un amico di entrambi, che non era l’amante della donna e tantomeno il compagno, ma solo un amico che cercava di aiutarla; ma il marito non ci ha creduto ed ha sparato anche verso di lui; si è salvato per puro miracolo dalla gragnola di colpi.
Restano le due denunce che non hanno sortito nessun effetto, nonostante fossero corredate – oltre che dalla dichiarazione della moglie – anche da registrazioni delle telefonate fatte dal marito, dove si fanno esplicite minacce per la donna e per i figli; perché nessuno è intervenuto??
Il secondo caso si svolge in provincia di Lecce, dove l’ex marito ha chiesto un incontro alla moglie e in tale occasione l’ha uccisa, suicidandosi subito dopo.
Un caso classico, emblematico della situazione che stiamo vivendo: il marito l’aveva annunciato: “se te ne vai ti ammazzo” e la moglie, per queste minacce, l’aveva denunciato alla Polizia; ieri le ha chiesto di incontrarlo per chiarire alcuni aspetti della loro situazione e abbiamo già detto come è andata a finire.
Il marito non aveva mai accettato la separazione e il fatto che la moglie avesse accettato di incontrarlo aveva forse creato in lui delle aspettative verso una riappacificazione; il fallimento di queste illusioni ha condotto l’uomo al tragico gesto che ha lasciato sull’asfalto altri due cadaveri.
E le denunce? Niente, si fanno ma non servono a niente!!
Il terzo caso si svolge a Vimercate, in provincia di Monza, e si riferisce ad un giovanissimo di soli 13 anni che chiameremo Giuseppe, il quale è rimasto talmente sconvolto dalle urla dei propri genitori, in particolare della mamma, che si è deciso a telefonare ai Carabinieri lanciando l’allarme: “venite subito a fermare mio padre”.
Ed è così che il nostro Giuseppe ha sventato l’ennesimo femminicidio, trovando la forza per denunciare le violenze del padre; i carabinieri sono intervenuti e  hanno arrestato l’uomo, rinchiudendolo nel carcere di San Vittore.
Da notare che la coppia era già “scoppiata” da tempo e i due coniugi vivevano separati, ma il marito non accettava questa situazione e la brutalità dell’uomo è stata innescata dalla comunicazione della moglie dell’intenzione di divorziare.
Tre esempi di omofobia in uomini che non accettano la fine di una relazione, così come non si accetta di perdere qualcosa di “solo nostro”. Chiaro il concetto??!!

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