lunedì, luglio 29, 2013
C'E' MORTE E MORTE!!
In questi tristi momenti in cui la crisi
economica ha portato molta brava gente a togliersi la vita, ho trovato sulla
stampa quotidiana un paio di “morti” che con la crisi non c’entrano niente e
che hanno un pizzico di ilarità (quella che ci può essere in una morte) per cui
ve le racconto.
La prima storia è una di quelle che rende la
realtà più incredibile della fantasia; il brasiliano Joao Maria de Souza è
morto per colpa di una vacca che è caduta dal cielo proprio sul tetto della sua
baracca e lo ha colto proprio mentre dormiva; il tetto non ha retto il peso
dell’animale e lui è rimasto schiacciato morendo sul colpo.
A questo punto – visto che il morto non lo
conosciamo e l’evento è accaduto dall’altra parte del mondo – possiamo
permetterci qualche battuta che, sia pure di dubbio gusto, è almeno gustosa:
“se mi avessero chiesto come vorrei morire, la risposta sarebbe: a letto con
una gran vacca”, oppure, “vado a stravaccarmi sul letto” (più complicata ma
sempre bella).
Queste battute provengono, insieme a tante
altre, dal web che così commenta la tragica notizia della morte del povero
Joao, bandendo la solita lagna dei piagnistei e buttando tutto sul comico/pecpreccio.
L’evento è accaduto in Brasile e l’Web è
scaturito in massima parte da quel Paese; il tutto è segno inequivocabile come
loro siano portatori sani dell’ironia, che poi è un modo intelligente per
esorcizzare le cose brutte della vita.
Abbiamo anche noi questa caratteristica?
Penso proprio di si, e questo visto che siamo un Paese che sa ridersi addosso
per le sue sciagure; altrimenti uno come Calderoni potrebbe diventare vice
presidente del Senato? E di casi analoghi ce ne sarebbero tanti altri, ma è
inutile citarli, tanto li conoscete benissimo.,
L’altra “morte” che ci colpisce è quella di
un italiano che giocando a poker ha fatto fortuna in Perù e in altri Paesi
dell’america latina; come in un film giallo in stile americano, abbiamo un
giocatore d’azzardo che tenta l’ultimo colpo, le cose gli vanno male, forse c’è
di mezzo un baro troppo furbo, alla fine spunta il veleno e – dicono le
autorità brasiliane – il nostro Alessandro, asso del poker, si è suicidato a soli 48 anni di età. Il
cadavere del mago del bluff e della scala reale è stato rinvenuto dalla Polizia
di Lima all’interno di un elegante appartamento nella zona di Miraflores, la
zona più suggestiva della capitale peruviana.
Accanto al corpo la Polizia ha trovato un
flacone di cristalli con tracce di veleno, banconote per 140.000 dollari e,
infilata tra le banconote, una lettera d’addio: “usateli per cremarmi”.
Il nostro Alessandro era un professionista
del poker, uno che giocava “per vincere”
e che sembra essersi dedicato ad altri canali del gioco, quello delle
“sfide private”, quelle senza limiti di puntate; in Perù corre voce che
l’italiano avesse perso molto negli ultimi tempi , addirittura in un solo colpo
più di 600.000 dollari; di lì la crisi, la depressione e la decisione di farla
finita, con il veleno, cosa anche dolorosa, molto più dolorosa di un colpo di
pistola.
Comunque il nostro italianissimo Alessandro,
si è ucciso quando ancora possedeva 140.000 dollari, un piccolo patrimonio nel
suo Paese d’origine, con cui avrebbe potuto fare la bella vita per un lungo
periodo, magari giocando soltanto a scopetta o al massimo a rubamazzo. Da noi i
suicidi mi sono tutti sembrati più seri, più motivati, per cui Alessamdro mi
sembra assolutamente fuori comparto.