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martedì, luglio 23, 2013

CASI DA "CRISI" 



Uno dei casi “limite” che la crisi ci propone è certamente quello di di un uomo di 53 anni che proprio nel momento di maggiore difficoltà si è reinventato un mestiere.
Il personaggio in questione – di nome Alberto – per sedici anni ha gestito insieme alla moglie una tabaccheria e latteria, ma quel lavoro, in realtà, non lo ha mai appassionato del tutto: tutto il giorno seduto su uno sgabello a vendere sigarette, non lo ha mai completamente soddisfatto.
È così che alle prime avvisaglie della crisi, quando il lavoro ha preso a diminuire sempre più velocemente, il nostro Alberto decide di appendere al chiodo il suo spirito di commerciante e sceglie di fare il dipendente, in  un settore completamente diverso da quello da lui conosciuto: dai tabacchi ai trasporti pubblici il salto è notevolissimo: siamo nel 2006 è il nostro ormai ex tabaccaio viene assunto da un’azienda che cura la manutenzione e l’assistenza dei bus cittadini.
Ma anche questo nuovo lavoro non è andato secondo le attese: dal settembre scorso è iniziata la mobilità; un dramma per una persona di cinquanta anni che pensava di vivere quest’ultimo scorcio della propria vita in tranquillità, guadagnando ogni mese quello che gli era sufficiente per mantenere la famiglia (moglie e figlia 14enne) e ogni tanto togliersi anche qualche sfizio.
Poi, arriva il licenziamento; racconta il nostro Alberto e da quel momento la vita cambia completamente: “all’inizio, quando resti senza lavoro e senza un obiettivo che ti faccia uscire di casa al mattino, provi smarrimento ed un certo senso di impotenza, poi reagisci ed inizi a cercare nuovamente un lavoro come se fosse il primo giorno di inattività”.
E così Alberto prende a leggere con attenzione tutti gli annunci di ricerche di lavoro, chiede in giro se c’è un posto di lavoro per lui, poi dopo qualche mese ha una sorta di folgorazione: lui e la moglie si recano in un mercato agro-alimentare dove i produttori vendono i loro prodotti e – vedendo la calca della gente che si affolla a comprare – si è detto: “perché non  possiamo stare dalla parte opposta del bancone, cioè dalla parte di chi vende?”
Alberto da una spolverata al suo spirito imprenditoriale e, insieme alla moglie, decide di “rientrare in pista” con una struttura che vende formaggi e prodotti agro-alimentari Made in Italy; affitta un piccolo negozietto – 36 metri quadri – e comincia la nuova avventura: “sono convinto che i nostri prodotti siano una delle grandi ricchezze del Paese” commenta Alberto che ha scoperto questo settore “di nicchia” che porta al concetto basilare di “mangiare sano”.
Con la competenza dell’ex commerciante e la voglia di inventarsi una nuova attività, Alberto ha visitato quasi tutte le aziende che gli forniscono i prodotti e ciò gli ha permesso di comprendere cosa si cela dietro ogni prodotto; “c’è storia, c’è passione, valori senza prezzo” commenta Alberto “perciò il nostro lavoro non sarà solo quello di vendere “buoni prodotti alimentari” ma soprattutto quello di “educare al consumo sano, sicuro e italiano, i clienti che entrano in negozio”.
Le cose sembra che vadano abbastanza bene; certo non si fanno i milioni, ma si mette in piedi una attività “utile al prossimo” e che permette ad una famiglia di campare tutti i giorni. Qualcuno ha detto che la crisi è una opportunità; credo che sia una frase fatta che innervosisce chi la vive sulla propria pelle, ma qualcuno riesce ad usarla come un modo di raddrizzare la propria esistenza; bravo Alberto!!

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