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sabato, giugno 29, 2013

LA CRISI E GLI INDIANI 



Alcuni notisti si sbizzarriscono a presentare un’immagine suggestiva sulla scena politica italiana: sembra sempre più uno di quei vecchi film western con i coloni asserragliati attorno ai loro carri  e gli indiani che cavalcano intorno.
Diamo per scontato – anche se non lo è – che i problemi giudiziari di Berlusconi non incidano sul governo, ma certo che Letta sembra inchiodato alla sua sedia, senza nessuna idea e senza nessuna iniziativa da portare avanti.
I dati della crisi economica sono arcinoti a tutti, in quanto molte associazioni di categoria, sia pure con lievi differenze le une con le altre, le diffondono in continuazione: un dato che riflette meglio di molti altri la situazione, è quello del consumo di energia elettrica: ebbene, la richiesta è tornata indietro esattamente di 20 anni, cioè al consumo del 1993, quando la prima Repubblica stava per cedere il passo e la seconda stava per nascere.
Chiariamo subito un concetto: la diminuzione del consumo di energia elettrica non discende dal singolo che spenge la propria lampadina, ma si riferisce alle industrie che consumano meno energia perché lavorano meno; chiaro il concetto?
E veniamo adesso ad un altro dato che definirei “sconvolgente”: oggi abbiamo circa 3/milioni di disoccupati ma in realtà i posti di lavoro mancanti sono non meno di 6-7 milioni.
Ma lo Stato, il Ministro del Lavoro o chi per lui, sanno “chi sono” questi cittadini italiani che non si sa come fanno a campare? A occhio e croce direi di no, perché altrimenti sono certo che non dormirebbero la notte.
E allora, perché non mettono in campo un sistema – sul tipo di quello messo in funzione all’Agenzia delle Entrate – che segua l’individuo che esce dalla catena lavorativa fino al momento in cui non ci rientra? E durante questo intervallo – il meno lungo possibile – si dovrebbe controllare le singole situazioni e “proporre” a questa torma di disoccupati, dei lavori ad hoc per ciascuno di loro; il motivo: anzitutto non si sentirebbero abbandonati come si sentono adesso e poi valutare se qualcuno di questi giovani e meno giovani possa essere riciclato in qualche altra situazione lavorativa (ovviamente con il suo consenso).
È naturale che un’altra iniziativa è quella di fare raccordo strettissimo con l’Europa ed anche con gli Stati Uniti, in quanto solo dall’estero possono venire le spinte a rimettere in moto l’economia.
I nostri politici, invece, si dedicano ad altre iniziative, interessanti ma non propriamente adatte a questa nostra situazione: mi riferisco alla nostra parlamentare Paola Concia, ex passionaria gay del PD, che parteciperà ad un reality accanto a Bonolis e Mammuccari, dal titolo: “stasera mi tuffo” in onda su Canale 5 e i cui concorrenti,  da Anna Falchi a Bettarini, sono chiamati a dimostrare la propria abilità dal trampolino.
Dobbiamo guardare con schifo a questa iniziativa? Sicuramente no, ma neppure aderire con gioia a un pessimo programma televisivo e a chi vi partecipa.
E viene in mente che se a suo tempo Berlinguer e Moro avessero fatto i giudici di “Giochi senza frontiere” accanto a Gennaro Olivieri e Guido Pancaldo, la loro credibilità sarebbe crollata sotto zero; adesso, invece, in politica è passata l’idea balzana che “più si è popolari e più si è credibili”. Da qui il gusto grottesco della Concia (e di altri) che scivolano nel ridicolo; va tutto bene, ma poi non vi arrabbiate se è la politica a scivolare nelle mani dei comici.

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