giovedì, maggio 30, 2013
SI RIPARLA DEI SOLDI AI PARTITI
Evidentemente Letta non vuole perdere la
ruota di Matteo Renzi e, con un mezzo colpo di mano, annuncia (via twitter!!)
che nel corso del recente Consiglio dei Ministri, si è trovato un accordo per
porre mano ad una nuova normativa che regolamenti il finanziamento pubblico ai
partiti.
Prime reazioni: con il trasformismo tipico
dell’italiano, adesso tutti dicono: “noi l’avevamo chiesto da tempo”, mentre
nella realtà dei fatti, fino ad un paio di mesi fa, tra tutti i partiti
serpeggiava la paura per quanto cercavano di imporre i grillini: una
sostanziosa cura dimagrante per i partiti.
Ovviamente il più contrario era – e forse lo
è ancora – il PD, cioè il partito che vanta un apparato molto efficiente ma
altrettanto costoso; il Pdl aveva inserito il taglio totale nel programma di
governo in sede elettorale, ma non ne aveva fatto una questione prioritaria
come per l’I.M.U.
Il più veloce a cogliere l’umore della gente
– anche se non ha responsabilità di governo e quindi di gestione di bilancio –
era stato Renzi che aveva spiazzato il partito proponendo l’abolizione totale
del finanziamento pubblico, sostituendolo con spazi televisivi, abbassamento di
costi di spedizione e comunque di spese inerenti l’attività politica.
Letta a questo punto si è “scoperto” ed ha
annunciato la proposta dello stop ai soldi pubblici ai partiti; il consiglio
delle gente – o meglio, quello che si aspetta – è che cerchi anche di imprimere
una velocità derivante dalla quinta marcia che lui saprà innestare, sapendo che
senza un po’ di sfrontata spregiudicatezza (alla Renzi), senza quel coraggio e
quella decisione che certamente non gli mancano, si farà prendere l’idea da qualche altro che cercherà di farlo al
posto suo, ingraziandosi la gente; e poi, capisca che ormai ha lanciato il
sasso nello stagno non potrà tirare
indietro la mano, pena lo sputtanamento nei confronti dell’opinione pubblica,
ma anche degli avversari politici.
Ora dobbiamo attendere il disegno di legge
che in questi giorni arriverà in Consiglio dei Ministri; il lieve slittamento è
dovuto all’attesa della chiusura della procedura per deficit eccessivo, aperta
da Bruxelles e che dovrebbe essere chiusa proprio in quelli stessi giorni.
A quanto è dato sapere attraverso i
collaboratori del governo , il provvedimento in gestazione – firmato da
Nardella, uno stretto collaboratore di Renzi -
cancellerà la materiale dazione del denaro ma garantirà ai partiti
certezza di spazi e di luoghi fisici in cui fare politica.
Guardiamo con ottimismo alla mossa di Letta –
anche perché ha un mastino come Renzi che gli è alle calcagna – ma non
dimentichiamo che la “casta” è riuscita a superare altri scogli sulla materia;
occorre ricordare, per tutti, quando il buon Pannella ottenne oltre l’80% sul referendum
che aboliva il finanziamento pubblico ai partiti e si vedeva rientrare dalla
finestra quello che era uscito dalla porta: erano riusciti a fare una legge
quasi uguale, ma definivano gli esborsi dello Stato verso i partiti come
“rimborsi elettorali” e siccome in questo nostro ameno, ma disgraziato Paese,
le elezioni si succedono a ritmo indiavolato, le forze politiche ci hanno
addirittura guadagnato rispetto a quanto gli entrava nelle casse prima del
referendum.
Quindi, aspettiamo a cantare vittoria, visto
che la controparte è agguerrita ma soprattutto “vorace” e quindi ha sempre
bisogno di denaro; chiaro?!