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giovedì, maggio 02, 2013

BELLA MOSSA DI PAPA FRANCESCO 



Mi era venuto di titolare “bella mossa di Francesco”, ma poi mi è sembrato troppo confidenziale e l’ho modificato come sopra: l’evento cui mi riferisco risale alla fine di marzo, durante i riti Pasquali; appunto uno di questi ha suscitato il mio interesse per la singolare modifica che il nuovo Pontefice vi ha apportato.
Durante la messa nella cena del Signore, il rito prevede la “lavanda dei piedi”, cioè il fatto che il celebrante – in questo caso il Papa – lava i piedi ad un certo numero di persone; tutto questo simboleggia l’umiltà e la disponibilità ad essere “al servizio” degli altri, proprio come recita uno dei suoi slogan: “chi è in alto serva gli alti”.
Dunque, torniamo alla lavanda dei piedi: per la prima volta nella storia moderna della Chiesa, il Papa ha lavato i piedi a dodici detenuti nel carcere minorile di Casal del Marmo e tra essi spiccavano due donne e, particolare ancora più dirompente, una delle due era mussulmana.
La richiesta di inserire le due ragazze nell’elenco dei dodici prescelti per la sacra funzione, il rito che ricorda l’umile servizio reso da Gesù agli apostoli, tutti maschi, ha ricevuto, allì’inizio, alcune perplessità da parte dell’Ufficio delle Celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice; non a caso il cerimoniale che disciplina i culti presieduti dai successori degli apostoli, parla espressamente di “uomini prescelti per il rito”; ma c’è di più, in quanto le stesse norme considerano sommamente conveniente che il Vescovo presieda nella “sua Chiesa” la messa della cena del Signore e non in altro luogo, in particolare in un carcere, come deciso da Papa Francesco.
Le telecamere e i giornalisti erano esclusi, per non violare la privacy dei dodici “minori” ospiti del carcere e scelti per il rito; nonostante i suoi 76 anni il Papa – con addosso un grembiule realizzato da altri ragazzi di una casa di accoglienza – si è inginocchiato per sei volte (i reclusi erano in coppia); ha baciato loro i piedi e li ha abbracciati, infine ha dato loro personalmente la comunione; e prima di andarsene ha regalato a tutti uova di Pasqua e colombe.
Nella breve omelia, ovviamente a braccio, Francesco ha spiegato ai ragazzi che “lavare i piedi significa dire: io sono al tuo servizio; e per noi che cosa significa? Che dobbiamo aiutarci l’un l’altro; questo è ciò che Gesù ci insegna ed è quello che io faccio; e lo faccio di cuore perché è mio dovere; come prete e come vescovo devo essere al vostro servizio, ma è un dovere che mi viene dal cuore”.
I ragazzi erano emozionantissimi; qualche giorno prima non era così, dato che tra loro c’erano molti ragazzi lontani per fede e nazionalità dal Vaticano, che non sapevano bene chi fosse il Papa; per fortuna un giovane detenuto napoletano ha rotto il silenzio con la più classica delle espressioni napoletane: “Madonna mia, o Papa acca!!” e da questa affermazione gli altri detenuti hanno capito che la messa del Signore era un vero e proprio fatto straordinario.
Cambiamo argomento e continuiamo pero a “dire bene” di Francesco: senza seguire l’iter classico, che può durare anche diversi mesi e prevede un ruolo decisivo del nunzio apostolico e della Congregazione dei vescovi, ha nominato monsignor Mario Aurelio Poli suo successore nell’arcidiocesi di Buenos Aires; ovvio che molti abbiano interpretato il gesto come un nuovo schiaffo alla Curia, ma c’è da dire che anche Francesco ha dovuto subire una sorta di smacco: il governo argentino della signora Kirchner, informato per legge in anticipo della nomina, ha fatto filtrare il nome di Poli prima dell’annuncio ufficiale del Vaticano. Pazienza e perdono!!

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