giovedì, aprile 04, 2013
UNA NUOVA STRUTTURA SOVRANAZIONALE
Avevamo già sentito nominare i “paesi BRICS”
e avevamo anche scoperto che si trattava dei cosiddetti Paesi emergenti
(Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) ma adesso questi colossi emergenti
sono andati oltre: hanno raggiunto un’intesa per la creazione di una banca
unica di sviluppo che finanzi congiuntamente grandi progetti infrastrutturali.
L’iniziativa è stata annunciata in occasione
del vertice che si sta tenendo a Durban in Sudafrica; il ministro delle finanze
sudafricano è stato visto uscire raggiante dall’aula dove si tengono i lavori,
annunciando con voce alterata: “E’ fatta!!”.
Per la verità il collega russo, Anton
Siluanov, ha un po’ tirato il freno, spiegando che manca ancora l’intesa sulla
sede della Banca e sulla ripartizione dei finanziamenti; sembrano comunque
“particolari”, in quanto il grosso della trattativa è già arrivato a destinazione,
cosicché si può dire che ciascuno di questi cinque Paesi è pronto a versare un contributo
iniziale di 10/miliardi di dollari nelle casse della nascente banca.
A quanto si è potuto apprendere, il nuovo
organismo dovrebbe ricalcare – ovviamente con la modernizzazione imposta dalla
storia – quello che è stato fatto per l’Unione Europea; diciamo anche che l’ambizione
di questo organismo è quello di creare una serie di meccanismi economici, a
partire dalla nuova “superbanca”, il cui obiettivo è quello di contrastare
l’attuale dominio della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale. Ma
non basta: i 5 della nuova struttura aspirano a dotarsi di una loro agenzia di
rating, di un loro sistema finanziario e
di un collegamento a “banda larga” per lo scambio dei dati.
Il vertice di Durban ha visto l’esordio del
nuovo Presidente cinese, Xi Jinping, rappresentante del Paese più forte tra
quelli della BRICS e molto presente in Africa, tanto da proiettarlo nel ruolo
di leader del gruppo.
Il Presidente sudafricano Zuma ha incontrato
durante il vertice il leader cinese e i due hanno riaffermato gli stretti
legami tra i due paesi; analoghi incontri bilaterali si sono svolti anche tra
gli altri paesi del BRICS.
Intanto il Brasile ha siglato un accordo con la Cina per realizzare
transazioni commerciali nelle rispettive valute nazionali anziché in dollari
statunitensi; l’accordo ha una validità di tre anni ed è stato raggiunto per
“agevolare il commercio tra i due Paesi e proteggere le operazioni commerciali
e gli investimenti dall’oscillazione del dollaro americano”.
La Cina è così diventata il primo partner
commerciale del Brasile, scavalcando gli Stati Uniti; il volume degli scambi
commerciali tra i due Paesi è stato di circa 75/miliardi di dollari nel 2012.
Tutta l’operazione . a mio modesto parere – è
diretta a “svalutare” la presenza del dollaro sulle piazze internazionali, ma
anche a prendere le distanze dell’euro; in concreto e detto in soldoni, questi sono veramente i
“nuovi ricchi”, coloro che non si peritano di fare investimenti di centinaia di
miliardi di dollari e, dovere sottostare alle attuale due strutture finanziarie
– U.E. e Stati Uniti – comincia ad andare stretto a questi signori che vogliono
decidere il loro destino, visto che non devono chiedere niente a nessuno e che
sono stufi di essere considerati dietro gli americani, gli inglesi e i
tedeschi. Io sono convinto che nei prossimi cinquanta anni la BRICS prenderà un tale
sopravvento che saranno gli “attuali
ricchi” ad andare da loro con il cappello in
mano, ma, come si dice, è difficile e rischioso ipotecare il futuro,
quindi “chi vivrà vedrà”.