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mercoledì, aprile 10, 2013

MORTE TRE PERSONE: DI CHI LA COLPA? 



La zona dove è avvenuto il fattaccio non è neppure tra quelle “sottosviluppate”, in quanto siamo a Civitanova Marche, zona conosciuta oltre che per il mare, anche per le tante industrie – quasi tutte medio/piccole – che producono scarpe.
Ecco il fattaccio: personaggi, il marito, 63 anni, proveniente da una fabbrica di scarpe e da qualche tempo esodato e quindi senza un briciolo di introito; la moglie, 68 anni, riceveva la pensione “minima” (500 euro); i due sono scesi in cantina ed hanno legato ad un tubo che corre lungo il soffitto, due cappi per impiccati, quindi ci hanno infilato il capo dentro e si sono gettati: risultato morti entrambi.
Ma nella vicenda c’è anche un terzo personaggio, il fratello di lei, che appena ha appreso del duplice suicidio, è corso verso porto e si è gettato nel mare in burrasca; varie persone hanno assistito alla scena, cosicché molte corde sono state gettate in mare per cercare di salvare l’uomo, ma è sembrato che lui le rifiutasse; comunque sia, alla fine è stato raccolto quando ancora respirava, ma è morto quasi subito, non prima però di pronunciare la parola “grazie”.
I due coniugi hanno lasciato un biglietto infilato sotto il tergicristallo della vecchia Panda, chiedendo perdono e indicando dove si trovavano i corpi.
Per commentare questa tragica vicenda, prendo in prestito i commenti dei vicini di casa che piangevano disperati: “sono stati umiliati dalla crisi; non avevano neppure i soldi per l’affitto”; “hanno preferito scomparire” si vergognavano della loro condizione”; “erano stati indirizzati ai Servizi Sociali ma non ci sono andati perché si vergognavano a chiedere aiuto”
Non sono pareri di “saggi” ma semplicemente pensieri e ricordi di gente della strada che li conosceva e che conosceva anche la loro situazione; e sulla base di questo mi è venuto in mente un argomento che ho già trattato su questo blog ma che vorrei riprendere, sia pure brevemente: quello dei “poveri vergognosi”.
A metà del 1400, Cosimo dei Medici, per scopi puramente politici, aumenta vertiginosamente le tasse e si venne così a creare la categoria di cui sopra, i quali sono vergognosi non perché sono vergognosamente poveri, ma perché si vergognano di esserlo, di essere caduti in miseria , ma dato che conservavano ancora la loro dignità, non riuscivano a stendere la mano in segno di questua.
Venne incontro a questi “vergognosi” un piccolo fraticello, Frate Antonino, poi divenuto Santo, il quale provvedeva a ricercare queste situazione di bisogno e, con i denari che riusciva a raggranellare nelle sue questue tra i ricchi, faceva il possibile per risolvere la maggior parte delle situazioni.
Questa Congregazione c’è ancora a Firenze e si comporta esattamente come allora: ai lati della porta d’ingresso della Cappella, ci sono due feritoie: in una ci vanno le “suppliche” (rigorosamente anonime) e nell’altra “le offerte”; spetta poi ai buono0mini fare le scelte e le cernite per risolvere il maggior numero di  casi possibili.ù
Perché ho fatto questo riferimento? Perché ai giorni nostri, con tutti i computer che abbiamo, con tutte le “reti” in cui cascano i nomi di quasi tutti, non riusciamo ancora a mettere in piedi un sistema che faccia emergere queste disgraziate situazioni e ci dobbiamo contentare di leggere sulla stampa i tragici epiloghi oppure di rimettersi ai nostri “buonuomini” (sono ancora arzilli) i quali fanno affidamento soltanto sul cuore degli anonimi benefattori. E intanto la gente continua a morire con le strutture pubbliche che si rimpallano il problema, senza risolvere un bel niente.

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