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sabato, aprile 06, 2013

IL PROBLEMA COREANO 



.E’ tipico delle Nazioni più “sottosviluppate”, fare la voce grossa con i vicini per distogliere l’attenzione dei propri concittadini dai crampi della fame; è quello che sta succedendo a Pyongyang, dove la gente non ha letteralmente da mangiare, mentre il giovane dittatore Kim-Yong-un continua ad ingrassare ed a sperperare il denaro della sua nazione per costruire l’arma atomica e per rafforzare il dispositivo d’attacco e di difesa, dotandoli entrambi dell’arma atomica.
Ed il giovanotto sembra anche essere inaffidabile sotto il profilo degli impegni: tempo addietro Obama è stato tirato per la giacca e la Casa Bianca, che aveva già versato in passato una miriade di “aiuti”, è stato costretto a considerare quella cosa come un robusto anticipo senza ricevere niente in cambio; ma sembra che  non intenda pagare due volte per la stessa mercanzia!
Infatti, il regime di Pyongyang aveva deciso di rinunciare alle sue testate nucleari in cambio di montagne di grano, energia e aiuti di vario genere; gli aiuti e le derrate alimentari sono state inviate ma il giovane dittatore continua imperterrito con la sua campagna anti americana e anti Corea del Sud, il tutto abbondantemente annaffiato da prove nucleari delle sue testate che appaiono – almeno per quanto se ne sa – veramente pericolose per entrambi i Paesi.
Il dittatore coreano non ha molti amici e tanto meno alleati: la Cina si è sostanzialmente defilata dall’eventuale conflitto, aspirando caso mai al ruolo di “paciere”, Seul e Tokyo sono allineati con l’America, anche se l’onore degli utilizzi degli armamenti di nuova generazione (bombardieri invisibili, “droni” ed altre diavolerie del genere) sono interamente sulle spalle degli Stati Uniti.
Gli unici alleati della Corea del Nord sono rimasti l’Iran e la Siria, visto che è morto Chavez e non si conosce ancora l’orientamento del successore e la Cina stà veleggiando verso una posizione di terzietà.
Intanto stanno cominciando le “esibizioni” dei due galletti in previsione della zuffa: si comincia nello scorso febbraio con Pyongyang che effettua un’esplosione atomica sotterranea da 6 o 7 chilotoni e l’esperimento provoca un terremoto di 5 gradi nella scala Richter; l’intera comunità mondiale condanna l’evento ed anche l’Iran si allinea agli altri, lasciando il giovane dittatorello decisamente solo.
La risposta degli americani è stata netta ed inequivocabile: hanno inviato due bombardieri invisibili B-2 Spirit, i più moderni della serie, affiancati da altri sei cacciabombardieri supersonici; questa piccola ma micidiale formazione è arrivata a 70 chilometri dalle coste della Corea del Nord, sganciando – con estrema precisione – 18 finti ordigni su  precisi bersagli; nessuno è riuscito a fermarli o intercettarli.
Questi “gioielli” dell’aviazione statunitense, erano partiti da basi lontane 6.600 chilometri dall’obiettivo, ufficialmente per partecipare a una serie di manovre congiunte con le forze armate della Corea del Sud, ma soprattutto volevano essere la dimostrazione che gli USA sono stufi delle minacce e sono decisi a fare sul serio.
Kim-Jong-un ha risposto ordinando di armare le testate nucleari dei suoi missili a lungo raggio e puntarli per colpire le Hawaiì, la costa Californiana e anche il Texas; la difesa USA afferma che la mossa verrà valutata e monitorata con grande serietà.
Insomma, secondo il Pentagono, l’azione dei coreani è considerata come “belligerante e provocatoria nei toni”; si ha così la conferma che il 38esimo parallelo rimane una delle zone più “calde” e instabili del mondo.

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