mercoledì, marzo 27, 2013
ZIBALDONE N.3
Tre notizie mi hanno colpito, scansando i
“grossi” eventi, come il nuovo Papa Francesco e il tentativo di formare un
nuovo governo; sono argomento molto “sotto” quelli che ho scansato, ma – come
si dice – a ognuno piacciono le cose che piacciono.
LA PRIMA si riferisce ad un evento accaduto nella mia
città e così presentato dal giornale locale: “Sun Chemical getta la spugna: 81 a casa (il numero si
riferisce ai dipendenti, naturalmente)”; per completezza d’informazione, vi
segnalo che l’azienda fa parte di una multinazionale e che i sindacati hanno
così commentato: “una doccia fredda”.
Ma il mio commento quale sarebbe? Una cosa
molto semplice: questa volta – come TUTTE le altre volte, quando un’azienda va
male, “la colpa” viene attribuita ai dipendenti (operai e impiegati), in quanto
sono loro ad essere licenziati.
I dirigenti locali, nonché quelli della casa
madre non risultano neppure sfiorati dal problema e continuano la loro vita,
magari con l’imbarazzo di dover scegliere una nuova sede lavorativa.
Come dicevo nel mio recentissimo post
dedicato a Carl Marx, è proprio vero il suo motto (che però non si avvera quasi
mai): “proletari di tutto l mondo unitevi”.
LA SECONDA riguarda i tempi biblici dei nostri
processi; una signora di Firenze ha impiegato 5 anni e mezzo per avere ragione
in un procedimento civile davanti al Giudice di Pace riguardante la correttezza
dell’istallazione di alcune tende nell’abitazione della signora.
La signora ha giudicato allucinante il tempo
trascorso prima di arrivare a sentenza e così si è rivolta – come previsto
dalla Legge Pinto – alla Corte d’Appello di Genova per avere il risarcimento
per l’eccessiva lunghezza del procedimento.
Ma la Corte d’Appello in questione ha respinto la
richiesta dell’avvocato della signora, giudicando – incredibilmente – quei 5
anni e mezzo come “tempo assolutamente ragionevole per la definizione del
procedimento”.
Forse i Giudici di quella Corte d’Appello
farebbero bene a controllare con un buon vocabolario, il significato di “ragionevole”,
perché la giustizia (quella con la “g” minuscola) non potrà mai essere di vero
ausilio ai cittadini se si ritiene giusto far durare così tanto un processo (su
delle tende da sole).
Concludiamo con la perla finale: l’intero
fascicolo del procedimento è stato smarrito durante il trasloco nei nuovi
locali del Tribunale; ma insomma, possibile che in questi casi non ci sia
nessuno – che abbia “veste” – che si vergogna e che chiede scusa all’utenza?
Forse no, visto che 5 anni e mezzo sono “giusti”!!
LA TERZA la possiamo definire “è cominciato l’anno
delle burle” e mi riferisco a quello che sta accadendo in Parlamento con i
tantissimi “new entry”; sembra che un “grillino” sia stato immortalato da un
settimanale, mentre bisbocciava per ben tre volte, nel ristorante “di lusso”
della Camera senza pagare la quota a carico dell’utente (15 euro), mentre il
resto è a carico del Bilancio Pubblico; visto che vogliono dare il buon
esempio, il giovane in questione ha detto: “pagherò l’eccedente di tasca mia”;
bene, bravo, ma non lo rifare!
Non so di chi sia il merito, ma ci sono stati
dei tagli e – come era da aspettarsi – sono stati accompagnati da altrettanti
mugugni, perché hanno toccato tutti, dai Presidenti dei due rami, agli uscieri;
non so in quale forma, ma ci ritorneremo; intanto, il blocco del turn over ha
ridotto i dipendenti da 1959
a 1550; bene e avanti così!!