domenica, marzo 31, 2013
UN BORGHESE PICCOLO, PICCOLO
Vi dico subito che “il borghese piccolo
piccolo” sono io e quindi la figuraccia è tutta mia; ma questo titolo che ho
scelto per il mio post è anche il titolo di un celebre film girato nel 1977 da
Mario Monicelli e interpretato da un grandissimo Alberto Sordi; e allora
vediamo come si collega questi titolo a qualcosa che mi è capitato direttamente
e che riflessioni possiamo fare in materia.
Cominciamo da quello che mi è accaduto alcuni
giorni or sono: ero su un autobus cittadino per raggiungere il centro e
improvvisamente la vettura si è riempita e mi sono trovato imbottigliato tra
diverse persone, una delle quali mi è sembrato particolarmente “appiccicoso”
con il mio didietro (luogo dove tengo il portafoglio); all’approssimarsi di una
fermata, ho sentito che lo stropiccio si faceva più violento ed ho capito
(finalmente!!) che non si attentava alla mia virtù ma al mio portafoglio e,
l’autore di questa operazione era uno abbastanza giovane (la metà dei miei
anni), non molto alto ma robusto; quando mi sono rivoltato e ho constatato che
il mio portafoglio non c’era più e che ci si avvicinava ad una fermata, ho preso l’uomo per braccio e l’ho redarguito: “dammi il portafoglio,
altrimenti non scendi”; l’uomo, molto calmo, mi ha risposto: “non sono stato
io, ma quello che è sceso adesso; venga con me che lo riprendiamo e ce lo
facciamo ridare”; contemporaneamente mi ha spintonato verso l’interno della
vettura ed ha spiccato un balzo per scendere; ed io cosa potevo fare? Sono sceso
anch’io, non con un balzo, e quando sono stato a terra l’uomo era almeno a
trenta metri da me e continuava a correre; cosa fare? Solo una cosa:
rassegnarsi.
E così è cominciata la mia acquisizione della
dolorosa “sconfitta”, patita da quell’uomo più giovane e vigoroso di me e che
di mestiere faceva l’acchiappacitrulli; ero in una delle piazze più belle del
Mondo (Piazza del Duomo) ed ero come in tranche, non sapevo dove andare e
neppure cosa fare; mi sentivo uno straccio e soprattutto mi sembrava di avere
mille anni; poi ho visto un Vigile Urbano e ho chiesto a lui a chi mi potevo
rivolgere e lui, gentilissimo, mi ha indicato una postazione dei Carabinieri
dove mi sono diretto per fare la denuncia; a quel punto mi è venuto in mente il
film di cui sopra e mi sono sentito come il protagonista interpretato da Sordi.
Il film narra la storia di un impiegato
ministeriale (il borghese piccolo, piccolo) che accompagna il figlio ad un concorso
statale e durante l’attesa, assiste ad una sanguinosa rapina in cui il giovane
viene ucciso sul colpo e la moglie resta paralizzata.
Passa del tempo e casualmente, durante un
confronto all’americana, il nostro borghese riconosce l’assassino del figlio ma
anziché denunciarlo alla Polizia, lo aspetta all’uscita, lo stordisce col crick
dell’auto e lo porta in una bicocca deserta dove lo tiene in vita per assistere
ai suoi patimenti; il giovane assassino muore “troppo presto” e la narrazione
si sposta in un altro filone che noi non seguiremo.
Quello che invece affronteremo è che mentre
ero mezzo rincoglionito tra i turisti di Piazza del Duomo, senza sapere che
fare e dove andare, mi sono ricordato del film e mi sono detto: “se potessi, mi
piacerebbe farlo anche a me!” Poi mi sono un poco ravveduto ed ho riflettuto su
una circostanza: in fin dei conti lui non mi ha ucciso e quindi neppure io, eventualmente,
lo dovrei uccidere (rapporto reato – pena) chiaro??
Quando uscì il film di Monicelli, venne fatto
un sondaggio tra gli spettatori ai quali fu sottoposta questa domanda: “Lei approva
il giustiziere con il crick?” Il sondaggio, che naturalmente non ha nessun valore scientifico, ebbe uno
schiacciante risultato: coloro che approvarono furono di gran lunga superiori
agli altri; e ora come finirebbe??