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domenica, marzo 03, 2013

ULTIMI COMMENTI SUL VOTO 



Dico “ultimi” perché salvo notizie strabilianti, abbiamo parlato anche troppo di queste “sfortunate” consultazioni elettorali; e quindi per finire in bellezza parliamo di “chi non c’è” o meglio, di chi non ci sarà e poi finiamola qui. Dico subito che non è il caso di tirare fuori il fazzoletto per asciugare le lacrime, visto che coloro che non ci saranno nel nuovo Parlamento, se ne vanno con oltre 250/mila euro di liquidazione e oltre 6/000 euro mensili di pensione; non male, proprio non male!!
Il capofila di coloro che “non ci saranno” è indubbiamente Gianfranco Fini, ex Presidente della Camera, il quale – a mio giudizio – non abbandonerà la politica attiva e quindi…continuerà a fare danni; insieme a lui ci sarà l’amico fraterno Storace, insieme a diversi PM e avvocati di grido, sembrano destinati a ritornare a fare il loro mestiere: alludo al PM per antonomasia, Tonino Di Pietro, l’inventore del personaggio, seguito dall’altro PM, De Magistris, e da Ingroia, con la sua lista giustizialista; tutti e tre -  pur cacciati dalla gente – hanno intenzione di non rientrare nella società civile ma di rimanere nel mondo della politica.
Sempre nel settore “magistratura”, ma dall’altra parte della barricata, un grosso personaggio non è passato: è la più famosa avvocata d’Italia, quella Giulia Buongiorno che ha un studio mostruoso e che si occupa di tutti i casi più clamorosi ed importanti d’Italia; ha risentito della caduta di Fini, insieme ai colleghi parlamentari (ex) Italo Bocchino e Fabio Granata.
Una bella figura umana non la ritroveremo tra la pletora dei cacciatori di poltrone: alludo al volto più noto dei Radicali – dopo quello di Pannella – quello cioè di Emma Bonino che, da più parti era stata indicata anche come il miglior candidato per la prossima Presidenza della Repubblica;: tra l’altro era stata indicata per quell’alto scranno in quanto sarebbe stata la prima donna a ricoprire tale carica; forse – ma non ne sono sicuro – potrebbe arrivarci anche del di fuori del Parlamento; glielo auguro.
Ed ora concludiamo queste note con qualche pennellata di colore: l’ennesima “gioiosa macchina da guerra” messa in piedi dal Segretario del PD, ha fatto la fine di altre del genere: è partita vincitrice ed è arrivata sconfitta; e quindi, basta con lo smacchiare giaguari” o pettinare bambole”, ma pensiamo ai disoccupati.
Forse è stata la sicurezza che ha aleggiato attorno al progetto politico che lo ha reso un po’ più moscio del necessario; ed a questo proposito mi è venuto in mente un accostamento: da una parte lo slogan con cui Bersani ha girato l’Italia durante la campagna elettorale “L’Italia giusta”; tale slogan  lo trovo stranamente assonante con quello del “Mulino Bianco”, recitato da Antonio Banderas, “un mondo buono”.
Ovviamente, tra i due slogan, entrambi abbastanza accattivanti ma forse troppo mielosi, quello di Banderas la vince facilmente nei confronti dell’Italia giusta perché è meglio collocato nel teleschermo, ha attori migliori e colorazioni più stimolanti; ovviamente, in uno si parla di biscotti e nell’altro dell’Italia, ma quello che conta è “l’immagine” che scaturisce dal modo di gestire lo slogan.
Un’ultima cosa: le urne non erano ancora chiuse del tutto e già gli amici del PD erano alla caccia di Renzi, per riuscire ad indurlo ad accettare – al più  presto possibile – la segreteria del partito, imputando a Bersani la “non vittoria” di adesso”; i supporter di Renzi hanno fatto  quello che ritenevano giusto; non conosco l’esito di questa “caccia al Renzi”, magari se avesse avuto inizio tra una diecina di giorni, non sarebbe cambiato niente e avremmo guadagnato qualcosa in fatto di “classe”.

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