domenica, marzo 17, 2013
SONO SOLO FORME DI COMUNICAZIONE POLITICA?
Lungi da me l’idea di fare un accostamento
tra Grillo e Hitler, se non “accostare” i toni e i contenuti dell’aggressivo
attacco ai partiti politici.
Hitler, nell’aprile dl 1932, in occasione delle
elezioni presidenziali, sferrò un attacco all’intera classe politica che, sia
pure in qualche modo, si rassomiglia a quello fatto recentemente dall’ex comico
genovese. “Abbiamo una nazione economicamente distrutta, gli agricoltori sono
rovinati, la classe media è in ginocchio, le finanze sono agli spiccioli, i disoccupati sono…milioni;
sono loro i responsabili, indicando i partiti che avevano governato fino ad allora, noi non siamo come loro: loro sono
morti e vogliamo vederli tutti nella tomba! Ancora non hanno capito di avere a
che fare con un movimento completamente differente da ogni partito politico;
noi resisteremo a qualsiasi pressione che ci venga fatto, in quanto un
movimento non può essere fermato….noi non siamo un partito, rappresentiamo
l’intero popolo, un popolo nuovo”.
Non possiamo sottacere che sia i toni che i
contenuti sono contestualizzabile con le
attuali situazioni di scontro politico; diversamente da allora, adesso i
“discorsi” si fatto all’interno della rete, mentre allora Hitler doveva riunire
qualche decina di migliaia di tedeschi per poterli arringare con la nuova
“filosofia” (non sempre chiara!!)
Ma prima di continuare, è bene stabilire da
cosa sono partiti i due movimenti politici: il nostro M5S, prima delle recenti
elezioni politiche aveva avuto soltanto delle parziali elezioni locali
difficilmente considerabili; il movimento di Hitler debutta nel 1924 con un
risultato fallimentare (3%), bissato nel 1928 da un altro fiasco (2,5%); è a
questo punto che si innesca nel discorso politico la crisi economica del 1929,
con i ceti medi frustrati per l’0immiserimento dei propri stipendi, la
disoccupazione dilagante, tutte realtà che ebbero ad esasperare il popolo
tedesco a vantaggio dell’estrema destra.
E quindi comincia da questa situazione la
scalata al potere di Hitler e camerati: balzano al 18,3% nel 1930 e arrivano a
toccare il 37,3% nelle consultazioni di luglio 1932; qui comincia la
reiterazione dgli scioglimenti delle Camere nell’illusoria speranza di
pervenire – prima o poi – ad una maggioranza stabile.
Ma l’ascesa dei nazisti pare inarrestabile:
nel marzo 1933 arrivano al 44% e con questo risultato Hitler arriva alla guida
del governo.
Più degli accostamenti verbali, quello che
colpisce sono i fatti che impongono una riflessione, specie adesso che siamo in
possesso di “quanto accaduto”.
Al momento possiamo rilevare che lo slogan
attuale “tutti a casa e ricontiamoci” è quanto di più deleterio per la
stabilità del sistema democratico.
A questo proposito il saggio Napolitano è
quello che – a mio avviso – ha avvertito più di tutti il pericolo di questa
situazione; l’impossibilità di giungere ad una situazione parlamentare composta
da maggioranza ed opposizione; non a caso fa appello alla “misura” al realismo,
al senso di responsabilità di tutti, auspica incontri positivi tra i leader che
portino ad intese costruttive e rifiuta l’idea di elezioni anticipate.
Le tre “parti in causa” non sono facilmente gestibili neppure
da un vecchio saggio come il nostro Presidente della Repubblica: abbiamo “quello
che ha vinto” le elezioni ma “non le ha vinte” e quindi è nel guado e cerca di
agganciare Grillo con il suo movimento per mettere insieme un’intesa su almeno
sette o otto punti cardine; c’è poi il PdL di Berlusconi che mi appare come in
via di putrefazione – a meno che qualche mossa degli avversari lo resusciti –
ed in fine abbiamo il M5S di cui non sappiamo cosa vuole e dove vuole arrivare:
state certi che non è una situazione facile.