sabato, marzo 09, 2013
NON E' CHE GLI USA SE LA PASSINO TANTO MEGLIO
È chiaro che “è un modo di dire”, come paragonare
un dinosauro che si è graffiato un zampa con una zebra già mezza mangiucchiata
da un leone affamato; e infatti non voglio paragonare la nostra situazione con
quella americana, perché è un paragone che proprio non sta in piedi.
Però lo faccio e lo portio avanti quasi per
onorare il vecchio adagio “mal comune mezzo gaudio”, ma ben conscio che tra noi
e gli Stati Uniti non c’è proprio possibilità di fare paragoni che reggano.
Ed allora, vediamo quali sono – a grandissime
linee – i problemi che turbano i sonni degli americani: ricorderete che agli
inizi del 2013 venne siglato il mini accordo sulla sistemazione del debito tra
repubblicani e democratici e, a detta di molti economisti, l’accordo sembra
ricalcare una delle “ricette Monti”: più tasse e pochi tagli alla spesa
pubblica e questo induce gli analisti USA a fare previsioni a caldo che non
sono proprio quello che tutti si aspettavano.
Almeno nel primo trimestre, salvo un
potenziale recupero nella seconda parte dell’anno, la crescita economica
scenderà all’1% del Pil (era stata del 3.1% nel terzo trimestre 2012), mentre
la disoccupazione – nella migliore delle ipotesi – rimarrà stabile o crescerà
di pochissimo.
E il debito pubblico non diminuirà di un
centesimo, creando così grossi problemi sia a breve che a medio termine,
specialmente nell’immagine degli USA all’estero che viene presentata come una
debitrice forsennata a cui sembra pericoloso affidare anche poche migliaia di
dollari.
Intanto, il Debito pubblico ha raggiunto
l’astronomica cifra di 16,4 trilioni di dollari, costringendo – in un certo
senso – la Federal
Riserve Bank ad aumentare la liquidità di 90/miliardi di
dollari al mese, raggiungendo il record di 2.8/trilioni di dollari già stampati
al 2013.
Gli analisti americani di entrambe le fazioni
politico-economico, hanno una grandissima paura per la situazione esplosiva che
si sta creando negli Stati Uniti e che ha il timer puntato su un nuovo collasso
– sul tipo di quello del 2008 – a meno che nei prossimi mesi non avvenga quello
che viene definito “il miracolo”.
Gli analisti alludono ad una rivisitazione
della riforma sanitaria che al momento, prima di entrare in vigore
completamente, ingoia il 47% del bilancio federale e che ha portato un rincaro
del 35% delle polizze assicurative.
Da notare che quasi l’intero ammontare del
Debito Pubblico americano è in mano alla Banca di Stato cinese, la quale – a
parte eventuali interventi di carattere economico-finanziario, probabilmente si
sente autorizzata anche a dettare al colosso americano alcune mosse di politica
internazionale; insomma, una sorta di ricatto bello e buono in cui Obama deve subire delle
situazioni incresciose che dal profilo finanziario fanno presto a sfociare in
quello di politica internazionale.
D’altro canto, la Cina fa bene a far valere la
sua potenza economica che l’ha indotta a rastrellare tutto il Debito Pubblico
emesso dalla FED; pensiamo solo per un
momento se il colosso cinese –per un qualche sgarbo subito o creduto di subire
– ritirasse tutto il suo Debito pubblico e chiedesse la restituzione di tutto
in moneta pregiata o in oro; sarebbe preventivabile una catastrofe di carattere
finanziario che i mercati internazionali avrebbero non poche difficoltà a
gestire; quindi meglio abbozzare a qualunque intemperanza e…andare avanti così,
in attesa che la situazione cambi!!