martedì, marzo 19, 2013
IL TESTIMONIAL
Il grande mondo della pubblicità è sempre in
movimento per scoprire o inventare nuovi volti, nuovi sistemi per comunicare
idee e sensazioni alla gente-consumatrice; in questo vorticoso girotondo alla
ricerca del perpetuo successo commerciale di un biscotto o di una automobile, i
pubblicitari hanno inventato – tanti anni or sono – la figura del
“testimonial”, di colui cioè che rappresenta, o meglio, impersonifica il
prodotto da vendere.
In Italia ne abbiamo avuto a bizzeffe di questi
personaggi che, dopo essere diventati famosi in altri ambiti dello spettacolo,
si sono dedicati alla costruzione del personaggio che poi, piano piano,
rappresenterà una frazione del loro operato sempre più importante.
Senza andare tanto a ricercare nei libri, mi
viene in mente il grande attore Ernesto Calindri, che nell’ultima parte della
sua carriera interpretò il testimonial di un famoso aperitivo; a quel tempo,
l’attività teatrale di Calindri era molto in ribasso e possiamo dire che la
presenza nello spot del Cynar, con quella strana inquadratura in mezzo al
traffico di una grande città, rappresentò un qualcosa di importante anche per
il grande attore e lo slogan che veniva citato “contro il logorio della vita
moderna”, immetteva il filmato in un contesto che potremmo definire
“ecologico”, novità assoluta per quei tempi (anni ’80).
Adesso il personaggio più “oppressivo” –
pubblicitariamente parlando, ovviamente – è il Banderas dei tanti commercial
girati per conto del “Mulino Bianco”, nei quali il grande attore spagnolo
interpreta il maestro pasticcere dell’azienda, intento a far felice i clienti
ed anche un po’ la sua … “gola”.
Banderas non aveva certo bisogno degli spot
del Mulino Bianco per essere famoso in Italia, ma certamente questa pubblicità,
lo ha aiutato, ma possiamo dire che quando è apparso negli spot televisivi,
l’attore era già famoso per merito della sua attività principale, cioè
l’interpretazione di ruoli cinematografici.
Altra cosa, invece, sono le partecipazioni a questi spot di personaggi
che sono o stanno diventando famosi per merito della TV e quindi anche degli
spot che vi compaiono con la presenza dei nostri eroi: alludo a comici,
presentatori o comunque gente di televisione, che emblematicamente possiamo
indicare in Bonolis, Gerry Scotti, Carlo Conti ed altri conduttori nati e
cresciuti in TV; con questi personaggi, il pubblico può generare un discorso
del genere: “ma come, noi ti abbiamo reso famoso, non abbiamo perso una puntata
del tuo programma e adesso che sei famoso, la prima cosa che fai è girare un
remuneratissimo spot?” Infatti, sembra che la presenza di questi testimonials
che provengono dalla televisione, non abbia più tanto successo,
pubblicitariamente parlando, perché il pubblico dei consumatori vede
l’imbonitore come una sorta di personaggio che li vuole fregare, un “traditore”.
Insomma, il succo del discorso è che il consumatore si sente quasi un azionista
del personaggio televisivo, in quanto lo ha creato “lui” e quindi si ritiene
anche in possesso di una sorta di veto per questa forma di attività del
personaggio.
Come si vede, l’uso del testimonial che si
identifichi con il prodotto, contiene diverse problematiche sia sotto il
profilo dell’impatto con il consumatore, ma anche su quello della moralità e
trasparenza del personaggio che altrimenti scade nell’immaginario della gente e
conseguentemente ne risente il prodotto pubblicizzato.
Insomma, è difficile gestire i personaggi e
soprattutto la loro immagine!!